«Ogni tempo ha il suo fascismo. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola»  (Primo Levi). Suona pericoloso. Suona attuale.

Mala tempora currunt nell’Europa del terzo millenio. 13 militanti del Fronte Veneto Skinheads (uno dei quali aveva già precedenti penali per tentato omicidio) irrompono alla riunione della “Rete Como Senza Frontiere” (attivisti per i diritti dei migranti) nel chiosco di Sant’Eufemia, a Como, lo scorso 28 novembre, leggendo un comunicato, intimidatorio negli intenti, ma che – grazie, da un lato, alla pacata reazione degli attivisti presenti e, dall’altro, all’alto livello di retorica nei contenuti – risulta, nel complesso, uno show imbarazzante e a tratti ridicolo dal punto di vista del messaggio che si voleva veicolare.

Il PD, cavalcando l’onda della prossima campagna elettorale, si fa promotore di una manifestazione antifascista e organizza il 9 dicembre, sul lungolago di Como, “E questo è il fiore”, a cui aderiscono Mdp, Campo Progressista, Liberi e Uguali e Sinistra Italiana. Sventolano anche le bandiere della CGIL, si contano quindi complessivamente oltre 10.000 presenze riunite per dire no al fascismo. Tempismo perfetto: una buona occasione per ricongiungere uno sgretolato centrosinistra che sta aspettando con ansia le prossime elezioni. Il risultato è stato una coloratissima e folcloristica marcia autoreferenziale, bella da vedere e utile probabilmente solo a se stessa.

L’irruzione degli skinheads – puro spettacolo ed entertainment, pane per i denti di certi giornalisti o presunti tali – se, da un punto di vista contenutistico, non aggiunge nulla e fortunatamente non ha avuto reali, gravi conseguenze tangibili, nella sua manifestazione formale è stata molto brutta da vedere e purtroppo da invece forti segnali. Come anche il naso rotto di Daniele Piervincenzi in presa diretta ad Ostia lo scorso 7 novembre o il blitz di quella dozzina di esponenti di Forza Nuova sotto la sede dell’Espresso e Repubblica il 6 dicembre. Sentir pronunciare da gente con la testa rasata e con addosso bomber neri le strasentite locuzioni come “sostituzione etnica” o “invasione dei migranti” fa sempre un certo effetto e non si può del tutto ignorare o minimizzare l’accaduto, come qualcuno sostiene.

Nell’era dell’infotainment, convivente con la forte presenza delle nuove tecnologie che accorciano le distanze, velocizzando sempre di più la trasmissione delle informazioni, il ruolo divulgativo dei media diventa sempre più importante. Domina una ignoranza cronica generale, aggravata da un sistema scolastico svuotato e indebolito dai vari governi che, ormai da diversi anni, tutto fa tranne che educare alla formazione di un’opinione, o quantomeno aiutare ad orientarsi nella ragnatela del variegato mondo dell’informazione. Come mantenere la memoria storica, come rafforzare la cultura della legalità?

L’approccio alla dicotomia fascismo-antifascismo da parte dei relativi esponenti (o presunti tali) è sceso allo stesso livello dei “dibattiti” sulle partite di calcio, con tutto il rispetto per questi ultimi. Una macchietta utile solo quando serve. Insomma, gli elementi di cui parlava Primo Levi ci sono tutti. Probabilmente non tornerà il fascismo, almeno, non come lo abbiamo conosciuto, potrebbero però tornare nuove forme, con linguaggi più subdoli e contemporanei, e narrazioni più seducenti e accattivanti. Abbiamo gli anticorpi per combattere una nuova possibile patologia del Male? Ci vuole una coscienza del bene comune, etica, cultura, educazione alla legalità: Hitler stesso è salito al potere per vie legali e senza troppi ostacoli.

AdrenAlina -ilmegafono.org