Questa settimana iniziamo con una richiesta: collaborate con noi per migliorare l’immagine del nostro paese. In che modo? Segnalateci, attraverso la nostra sezione Contatti o sui nostri social, i monumenti della vostra città che sono chiusi o in stato di abbandono e pericolo. Siamo dell’idea che solo chi abita il territorio e lo conosce profondamente possa offrire punti di vista inediti e portare alla conoscenza di tutti bellezze poco conosciute. Nell’attesa del vostro contributo. volto ad arricchire la nostra rubrica di racconti che parlino dei luoghi e delle opere d’arte che vi stanno a cuore, quest’oggi vorrei parlarvi di uno dei tanti gioielli sconosciuti del nostro territorio: la Rotonda di Catania.

In Sicilia capita spesso che un edificio antico venga utilizzato per un fine diverso da quello che era il suo uso originario e la Rotonda di Catania è uno di questi. Si tratta di un antico complesso termale di epoca romana trasformato durante l’alto Medioevo in chiesa dedicata alla Vergine Maria.

Questa chiesa ha una struttura a pianta centrale quadrata in cui è inscritta una circonferenza e su cui è impostata una bella cupola. Si tratta dunque di una struttura cubica all’esterno e cilindrica all’interno, che ricorda i tempietti della terra Santa. Durante il XVI secolo alcuni eruditi catanesi riscontrarono similitudini tra questa chiesa e il Pantheon di Roma, aspetto questo che ne fece aumentare la fama. Durante questo periodo venne aggiunto un portale Rinascimentale in marmo e cambiato l’orientamento della chiesa stessa.

All’interno si riscontrano ancora, seppur radi, affreschi bizantini, affiancati a più recenti pitture murali seicentesche. Nell’imposta della cupola si legge:

«QUOD INANI DEORUM OMNIUM VENERATIONI SUPERSTITIOSÆ CATANENSIUM EREXERAT PIETAS IDEM HOC PROFUGATO EMENTITÆ RELIGIONIS ERRORE IPISIS NASCENTIS FIDEI EXORDIIS DIVUS PETRUS APOSTOLORUM PRINCEPS ANO GRATIÆ 44 CLAUDII IMPERATORIS II. DEO. OP. MAX. EIUSQUE GENITRICI IN TERRIS ADHUC AGENTI SACRAVIT PANTHEON».

Tradotto: “Ciò che la pietà dei Catanesi aveva eretto all’inutile superstiziosa venerazione di tutti gli dei, questo stesso, tolto l’errore della falsa religione negli stessi primordi della nascente fede, San Pietro Principe degli Apostoli consacrò nell’anno di grazia 44 a Dio Ottimo Massimo e alla sua genitrice ancora vivente nell’anno II di Claudio Imperatore” (G. Rasà Napoli, “Guida alle chiese di Catania”).

Questa notizia è falsa ma giustifica e nobilita le origini ignote di quello che era ed è ancora oggi l’edificio di culto più antico della città. Sfortunatamente terremoti e bombardamenti, e poi restauri e cattiva gestione, l’hanno praticamente nascosta agli occhi e rimossa quasi del tutto dai ricordi degli abitanti della città di Catania. Per visitarla pare si debba chiedere il permesso ai custodi del vicino teatro romano o aspettare una delle giornate del Fai o altre manifestazioni simili. È un vero peccato che strutture come queste, che hanno fatto la storia della Sicilia, vengano messe nel dimenticatoio e lasciate marcire.

Angelo De Grande -ilmegafono.org