Fino a pochi anni fa il problema principale legato all’utilizzo di fonti rinnovabili erano i costi eccessivi, viste le moderne tecnologie impiegate. Questo trend oggi può essere categoricamente smentito, come afferma Michael Liebreich, fondatore della Bloomberg New Energy Finance (BNEF): le tecnologie sono migliorate, la produttività è aumentata e i costi si sono ridotti, spingendo le rinnovabili a livelli molto più competitivi rispetto al passato. Anche le aziende sono più propense a investire sul settore, tanto da prevedere che entro il 2040 le fonti rinnovabili potranno beneficiare di circa l’86% dei 10200 miliardi destinati alla produzione globale di energia.

Secondo Liebreich, infatti, i costi di gestione degli impianti ad energia fossile e non rinnovabile saranno decisamente superiori rispetto a quelli di impianti fotovoltaici ed eolici, che godranno di un maggiore supporto anche da parte dell’innovazione tecnologica. Una volta raggiunto questo punto di non ritorno, la strada per le rinnovabili sarà decisamente in discesa, in un’ottica che guarda all’ecologia come missione primaria di governi e aziende.

Per quanto riguarda il nostro paese, invece, un team di ventisette ricercatori, facenti capo a diverse università internazionali, afferma che una totale conversione al rinnovabile farebbe risparmiare circa 6500 euro a ciascun cittadino. Il dato più importante, tuttavia, è legato alla riduzione di morti per inquinamento, che potrebbero far registrare 46543 decessi in meno ogni anno, e alla creazione di nuovi posti di lavoro, pari a 485587 impieghi in più.

L’indagine è stata condotta da studiosi provenienti dalle Università di Stanford, Berlino, Aarhus e Berkeley e pubblicata sulla rivista Joule, con lo scopo di pensare a una conversione energetica per circa 139 paesi in base ai settori di maggiore interesse collettivo: agricoltura, foreste, riscaldamento, trasporti e pesca. Secondo gli studiosi un rifornimento totalmente rinnovabile sarà già possibile nel 2050; nel 2030, invece, la copertura energetica potrebbe essere dell’80%.

I ricercatori sostengono, inoltre, che la totale conversione dell’Italia al rinnovabile entro il 2050 comporterebbe un fabbisogno energetico annuo di 134,9 GW, a fronte degli oltre 254 richiesti con copertura energetica tradizionale. Di conseguenza, anche il costo dell’energia potrebbe subire un notevole ribasso, da 9,68 centesimi di dollaro al Kw/h a 7,6 centesimi di dollaro. In un sistema del tutto rinnovabile anche la richiesta energetica potrebbe calare di oltre il 42%, grazie al ribasso del dispendio energetico impiegato per le attività di produzione energetica non rinnovabile.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org