A seguito di un’indagine fittissima, durata diversi mesi, uno dei latitanti più pericolosi, ricercati dalla polizia italiana, è stato finalmente arrestato: si tratta di Rocco Morabito, boss dell’omonimo clan della ‘ndrangheta, catturato in Uruguay grazie alla stretta collaborazione tra le nostre forze dell’ordine e quelle uruguaiane. L’arresto interrompe una latitanza durata ben 23 anni, durante i quali Morabito è riuscito a lasciare il nostro Paese in direzione Uruguay, nazione in cui viveva da ben 10 anni e in cui era riuscito ad entrare grazie a dei documenti falsi.

Oltre alla cattura del boss, fonti della polizia di Montevideo citano il sequestro di ingenti quantità di denaro, della villa in cui viveva Morabito e di numerose armi; inoltre, è stato reso noto che per Morabito è prevista l’estradizione in Italia dove verrà processato e, si spera, condannato a scontare una pena conforme ai reati commessi.

Ma perché Morabito faceva parte di quella lunga lista di latitanti? E come mai si è lavorato tanto per la sua cattura? La figura del boss calabrese è, come un po’ tutte le altre, colma di reati collegabili al traffico di stupefacenti e all’organizzazione di tipo mafioso, reati che, a quanto pare, porterebbero ad una pena pari a 30 anni. Nello specifico, Morabito divenne noto agli inizi degli anni Novanta al punto da essere conosciuto come il “re milanese della cocaina”; proprio in quel periodo, infatti, egli si sarebbe occupato di realizzare il trasporto di enormi quantità di droga provenienti dal Sud America e destinati poi ad essere distribuiti tra le vie del capoluogo lombardo.

Successivamente, a causa di una crescente notorietà nel mondo criminale (e non solo), Morabito decise di scappare e di sfuggire alla giustizia italiana, trasferendosi poi proprio in quella parte del mondo che lo ha reso uno dei boss mafiosi più importanti e pericolosi in assoluto.

Morabito, comunque, è solo uno dei diversi latitanti cui la giustizia italiana sta dando la caccia da tantissimo tempo. Scorrendo l’elenco dei criminali più ricercati dalle forze dell’ordine italiane, il più famoso, ovviamente, non può che essere Matteo Messina Denaro, ormai da tutti identificato quale il nuovo boss di cosa nostra e l’uomo sul quale la mafia siciliana fa affidamento per mantenere il proprio potere. Nella lista, c’è anche il nome di Marco Di Lauro, camorrista dell’omonimo clan ricercato dal 2005 e accusato di associazione di tipo mafioso; poi abbiamo Giovanni Motisi, boss palermitano latitante dal 1998 e che però alcune fonti ritengono morto.

Insomma, al di là della curiosità sui nomi, questo elenco dimostra che il vero nemico di questo Paese sono le mafie. E se è vero che si può esultare per la cattura di Morabito e per la fine della sua latitanza, è altrettanto vero che ci sono ancora tanti pericolosi esponenti mafiosi a piede libero e in grado di gestire e portare avanti i propri interessi e quelli delle organizzazioni criminali d’appartenenza.

Giovanni Dato -ilmegafono.org