La Polonia, Paese membro dell’UE, sta attraversando un difficile momento. Il presidente Andrzej Duda ha posto il veto sulla riforma della giustizia che prevedeva, tra le altre cose, la scelta dei giudici da parte del ministro della giustizia, norma che avrebbe messo quindi a dura prova la libertà e l’indipendenza della magistratura. Alla guida della riforma, le forze politiche capitanate da Jarosław Kaczyński, ex primo ministro e fratello del defunto ex presidente polacco (deceduto nel 2010 in un incidente aereo).

Lo stop del presidente Duna arriva dopo giorni di proteste non violente per le strade e le piazze del Paese. Va detto che Duna fa parte dello stesso partito di maggioranza del governo e dunque, da osservatori esterni, è difficile capire la mossa se non in chiave istituzionale. Sulla riforma della giustizia non ci è andato morbido neppure Donald Tusk, ex presidente polacco e attuale presidente del Consiglio Europeo, secondo cui le leggi comportavano un allontanamento dalle democrazie liberali. Critico è stato anche Lech Walesa, premio Nobel per la pace e fondatore di Solidarność, il quale ha salutato con soddisfazione le proteste di piazza.

La Polonia, dunque, rappresenta ancora un bel grattacapo per l’Unione Europea. Se infatti, da una parte, è polacco il presidente del Consiglio Europeo, dall’altra il governo polacco appare decisamente intransigente: ha rifiutato la propria quota di richiedenti asilo e alcune sue riforme hanno rischiato di far annullare il voto dei suoi rappresentanti nelle sedi europee (leggi qui).

È pertanto curioso il fatto che ci si cominci a preoccupare solo adesso che possano venir meno i fondamenti della democrazia e del liberalismo. La questione è ancora aperta e si ha la sensazione di trovarsi nel bel mezzo di uno di quei cambiamenti radicali dello status quo che poi, leggendoli sui libri di storia ex post, vien da dire: come hanno fatto a non accorgersene? Ma la Polonia, democrazia giovane e Paese profondamente sconvolto dal secolo scorso, ha forse ancora ferite troppo fresche che costituiscono, per fortuna, il necessario anticorpo liberale a intransigenze del genere. Staremo a vedere. Dalle nostre parti, probabilmente, sarebbe tutto finito in spallucce.

PennaBianca -ilmegafono.org