Le scelte compositive degli artisti sono molto soggettive: alcuni riescono a cimentarsi in un determinato genere per un’intera vita, evolvendosi in quell’unico contesto, altri invece sperimentano ogni tipo di stile, cercando di creare le sfumature sonore più disparate, mettendo alla prova il proprio senso artistico su più fronti. Luciano Nardozza, il musicista di cui vi parliamo oggi, fa parte della seconda categoria.

Luciano è un musicista a tutto campo. Cantautore, chitarrista, cantante e compositore. I suoi brani vengono concepiti, strutturati e prodotti da lui stesso: una catena di montaggio compositiva mai doma, sempre alla ricerca di qualche dettaglio aggiuntivo che possa creare un sound più piacevole e ricco. Un sound che non si concentra principalmente in nessuno tipo genere, ma è invece un impasto ricercato di stili, ai quali viene concessa temporaneamente, a turno, la parola, all’interno delle tracce.

È un tempo che serve esattamente a trasmettere il messaggio desiderato, per poi riportare il tutto all’eterogeneità che contraddistingue la musica di Luciano Nardozza, che si è raccontato nel corso della trasmissione “The Independence Play” sulla nostra radio (ascolta e scarica il podcast).

Nel suo genere si può scorgere davvero di tutto: dal rock al folk, dal blues al jazz, dall’elettronico all’acustico, dal cantautorato al pop di marchio italiano. Un mix che, così descritto, potrebbe essere inteso come un groviglio indecifrabile di sonorità, come un’indefinita concezione artistica. Niente di più sbagliato. Tutto è bilanciato con grande maestria, tagliando e cucendo ritmi, melodie ed effetti per modellare un abito sonoro allegro, positivo e contemporaneamente rilassante. Un abito che, se vogliamo, prende degnamente il nome di “Di passaggio”.

“Di passaggio” è infatti l’ultima produzione discografica di Luciano Nardozza, un album ormai disponibile su tutti i digital store e composto da ben quindici tracce, in cui l’eterogeneità precedentemente descritta è davvero il primo aggettivo che ci balza in mente. È un album davvero piacevole, di compagnia, che sa allietare, e che, pur attingendo da moltissimi generi, riesce a creare nell’ascoltatore delle linee guida e un messaggio musicale ben definiti.

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Di passaggio”.