La proposta di legge contro l’apologia di fascismo, firmata dal deputato Emanuele Fiano, ha fatto nascere furiose polemiche, suscitando le ire non solo della destra e delle forze più estremiste, ma anche del Movimento 5 Stelle, che ha definito la legge “liberticida”. Una minaccia alla “libera espressione del pensiero”.  E davanti a questo coro di grandi fautori del libero pensiero, abituali difensori della democrazia, e alle loro polemiche mi chiedo: perché star qui per l’ennesima volta ad argomentare, a parlare di storia, di leggi, di Costituzione?

No, cari fascisti. Oggi no. Oggi voglio provare a rigirarvi la frittata.

Pensavo, per esempio: se provassi io per una volta a fare lo strafottente? Se fossi io a chiedervi di convincermi a provare indignazione per questo tentativo (a parer vostro) d’introdurre il reato d’opinione? Se v’invitassi a scuotere la mia coscienza civile dinanzi a questo abuso liberticida?

Vorreste spiegarmi, dunque, di grazia, Signori, per quale motivo io, con tutti i miei problemi, oggi dovrei sbattermi per garantirvi il diritto di elogiare pubblicamente il fascismo? Di promuovere il ricordo di un periodo della nostra storia nel quale gente innocente veniva trascinata in carcere, torturata e purgata senza pietà? Nel quale ogni pensiero, ogni opinione dissenziente da quella dell’unico partito di governo, era prima di tutto eversione, sedizione, tradimento?

In nome di quale dio dovrei strapparmi i capelli per tutelare il vostro diritto a celebrare e promuovere il ricordo di un regime a causa del quale un bambino ebreo italiano di Bologna, Torino, Genova, Milano… poteva essere prelevato dalla sua abitazione, messo su un treno e spedito in un campo di concentramento al solo scopo di farci del sapone?

Perché dovrei star qui a sorbirmi ancora le vostre petulanti pretese che l’istituzione della previdenza sociale, la bonifica dell’agro pontino e le altri “brillanti imprese” del fascismo possano giustificare le leggi razziali e oltre vent’anni di abusi e prepotenze perpetrate su tutto il territorio da gerarchi, squadristi, delatori e vigliacchi vari? Una violenza così meschina e tossica da riverberarsi, trent’anni più tardi, in un nauseante lascito di bombe nelle stazioni, nelle piazze, nelle banche, sui treni.

Per quale assurda ragione, poi, dovrei sentirmi obbligato da voi (che avete già obbligato i miei nonni ad andare a scuola vestiti da imbecilli, farneticando stronzate colossali su razze ariane, baschetti, fucili e imperi) a vergognarmi per “le foibe e i crimini del comunismo”? Io? Io che comunista non sono mai stato? Vergognarmi di che? Perché mai?

Se invece fossi io stavolta a dire “chissenefrega?”, a dire che ci sono “ben altri problemi” nel paese? Se fossi io a starmene a braccia conserte senza muovere un dito mentre una maggioranza parlamentare (non un dittatore, giova ricordarlo, peraltro), prova a torto o a ragione a mettervi il bavaglio, a mettervi i bastoni fra le ruote, ad impedire in modo illiberale (dite) i vostri stupidi, goffi, antistorici riti nostalgici?

Tanto non ve ne fate nulla di uno come me: avete già tanti redivivi paladini del libero pensiero pronti a battersi per voi in questi giorni. E avete perfino i Cinque Stelle, sempre così solerti, sempre così liberali (un po’ meno se si tratta di riconoscere ai propri eletti autonomia e indipendenza dal WEB in persona, come vorrebbe la Costituzione, ma tant’è…).

Però provateci. Provate voi, stavolta, a convincermi a non andare al mare, piuttosto che andare a votare un ipotetico referendum abrogativo di una ancor più ipotetica, improbabile, legge Fiano. Provate a farmi venir voglia di battermi perché al fascismo e ai fascisti si conceda il lusso della libertà d’opinione. Se ci riuscite, così sia: libertà d’opinione per individui allergici alla libertà d’opinione. Ma che bello!

Valeriano Cappello -ilmegafono.org