Quel che vi proporremo è qualcosa di davvero tosto, crudo, una scarica di potenza e adrenalina devastante che vi travolgerà con una improvvisa onda d’urto prodotta da strumenti carichi di distorsore e da amplificatori coi knob al massimo livello. La musica dei Sakem non è qualcosa per cuori deboli, ma solo per chi ama quell’energia dirompente che si percepisce quando si va al massimo, quando ci si accorge di essere vicini a un punto di non ritorno.

Questa gagliarda ed energica band che si aggira per gli eventi e i locali della grande Milano (e non solo), unisce il gusto per il rock-metal a qualcosa di più moderna attualità, inserendo nelle proprie tracce un sapore di terzo millennio che spesso coincide col concetto di estremizzazione del genere, ovvero quello di portare gli strumenti (soprattutto quelli che fungono da solisti) fino all’estremo delle loro possibilità, perdendosi in piacevoli assoli molto validi tecnicamente, composti da un numero indefinito di note, in slappate selvagge e in bending vertiginosi, come dimostrano appunto i lavori dei Sakem che abbiamo avuto il piacere di ascoltare.

Volendo essere più teorici, quello dei Sakem è uno stile che propende al genere che oggi definiremo come industrial-rock, una sorta di unione di post-rock, hard-rock e new-wave. Un miscuglio, quindi, che risulta essere decisamente esplosivo, esattamente come lo è l’ultima produzione dei Sakem, uscita lo scorso 17 gennaio, e intitolata “New War Disorder”.

È un album di ampia durata, composto da ben undici inediti in cui i Sakem esprimono, senza lasciare alcun dubbio, la loro vena artistica, il genere in cui il loro spirito compositivo si trova a proprio agio. Quel che ne è uscito dalla sala di registrazione è, infatti, un agglomerato di qualità e prestanza tecnica, che per questo determinato stile musicale risulta davvero importante. Un album che nel suo ambito non può che ottenere riscontri positivi e che, dunque, vi consigliamo.

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Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’album “New war disorder”.