Più volte abbiamo discusso su queste pagine di come molti artisti emergenti basassero le loro creazioni sulla musica internazionale, anziché riferirsi a quella prettamente di marchio italiano. In questo numero, invece, vi proponiamo un artista che è riuscito in qualche modo ad attingere da entrambe le esperienze, unendo quello che viene da Oltralpe con la vecchia scuola italiana. Lui è Milo Scaglioni, emergente e promettente musicista milanese.

La sua musica, come detto, mette insieme vari stili: in quello che appare come un rock davvero molto soft, quasi di atmosfera, vengono inserite, con grazia ed eleganza, delle cose un po’ più di stampo britannico, che a tratti (seppur sempre in maniera molto pacata) si rifanno al pop o al folk. Altre volte invece è bello percepire, all’interno di questo impasto melodico, anche delle venature proprie del cantautorato italiano.

La varietà di strumenti inserita nelle composizioni di Milo Scaglioni è ampia ma non genera confusione: ognuno di questi viene introdotto nel giusto contesto, con sonorità che non eccedono mai, creando così un’atmosfera distesa e rilassata. I testi in inglese delle sue canzoni dimostrano una maggiore influenza sul nostro artista da parte di generi e di artisti internazionali, come ad esempio i Beatles o Neil Young.

La dimostrazione di quanto descritto finora è la sua ultima produzione discografica, intitolata “A Simple Present”: dieci inediti che esprimono tutta la qualità e la vena compositiva di questo ottimo artista, che ci propone un album magari non troppo innovativo dal punto di vista del genere trattato, ma che senza dubbio è stato composto con grande razionalità e con la consapevolezza di aver trovato musicalmente la propria dimensione. È un disco davvero di piacevole ascolto, un’ottima compagnia durante un viaggio o mentre ci si rilassa dopo un’intensa giornata.

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Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’album “A simple present”.