Drumming, elettronica, tecnologia: questa è la sintesi di Khompa, il progetto solista di Davide Compagnoni, di cui vi presentiamo “The shape of drums to come”, suo ultimo album. Sperimentazione e innovazione. Ritmi cangianti e bassi che giocano con l’elettronica. Il risultato è una esplosione di tecnica e sorpresa in stile Liquid Tension Experiment, ma con una musica elettronica ipnotica e imprevedibile tipo quella dei Fuck Buttons! Come non pensare, infatti, alla loro Brainfreeze?

La batteria, il basso e le percussioni segnano più di tutto la strada, mentre un suono garage la popola di suggestioni riuscitissime e talvolta metal come in Louder, dove il volume si abbassa e la canzone non ha un vero finale. L’unica voce presente, in Upside-down word, è in giapponese e ci porta in una dimensione da Studio Ghibli: impossibile dire se a spuntare fuori sarà un gigantesco Totoro o una agguerrita principessa Mononoke. La sensazione è quella di trovarsi in un anime dove natura e uomo combattono.

Ogni esperimento di Khompa risulta perfettamente riuscito. Religion è accattivante e aggressiva, piena di spunti e con un finale hard acid da brivido. Wrong time wrong place è quasi jazz, ma fatto con percussioni che, in un intimissimo sviluppo, ci costringono a volgere lo sguardo in una direzione inattesa: noi stessi!

Khompa ipnotizza e convince, strappandoci alla realtà e risucchiandoci in vortici sonori mai ascoltati. Realtà ed elettronica, infatti, non hanno confini fermi e, come fiumi, si ritrovano in uno stesso mare, solleticandoci le orecchie e il pensiero con correnti punk, acid, noise, garage. Khompa è un precursore, allucinato e geniale, non stanca e ci affascina.

FrankaZappa –ilmegafono.org

La copertina dell’album “The shape of drums to come”.