Oggi vi presentiamo un album particolare, “Zero Totale”, senza una copertina vera (è solo una distesa di nero), un disco partorito da un artista…senza volto, un artista volutamente sconosciuto. La sensazione, ascoltando quest’album, è quella che si prova quando, imprigionati in un minuscolo appartamento di un palazzo di molti piani e con moltissimi mini appartamenti tutti identici, ci si ritrova al centro di voci, musiche, stralci di discussione. Conosciamo gli altri senza averli mai visti davvero, senza riuscire ad abbinare un volto alle loro mille storie e alle nostre supposizioni.

In “Zero Totale” si ha la stessa assenza di riferimenti, lo stesso smarrimento, ma quello che si ascolta è viscerale, vero, intimo, ossessivo. La musica appare e scompare, diventa importante o sussurrata, gioca con carillon rotti (Il principe). E poi ci sono distorsioni, chitarre acustiche (Ti amo e non guardare) e davvero tantissime altre sfaccettature. Musica come alleata, ora nell’annientamento ora nella protesta (Cose legali). Tantissimi strumenti diversi, che sanno prenderci e abbandonarci in continuazione e percuoterci forte come idioti (Esseri idioti).

La lontananza in questo album è cura. Si vive e ci si lascia vivere in attesa di un cinguettio o di un rintocco (Le campane). Solitudini e lontananze che ci fanno contemplare mondi incomprensibili. Fiabe e fallimenti, principi azzurri più azzurri dell’azzurro, Hansel e Gretel smarriti. Attese di amori e sposi. Amore e morte. Un album dove proliferano e prendono forma appetiti, invidie, contese ed elucubrazioni basse e tetre. Uccisioni a testate di belle “saracine” (sempre nel brano Cose legali) e donne sole murate vive nella tomba di un amore, di una famiglia. Questa traccia in particolare fa venire i brividi ad ogni ascolto.

La voce sembra diventare doppia. E la frase “vorrei amarti di un amore vivo ma ogni giorno di muoio per te” appare un mantra da ripetere in un mondo che ha stufato con le sue piccole certezze fatte di nulla. (Ti amo e non guardare)

Uomini e donne che tentano di levarsi seguendo un ideale, un sogno, o facendo promesse che condannano alla morte. Tutto tace fuori da questo album che rivoluziona il modo di ascoltare. Che ti accarezza, ti solleva, ti mastica e poi ti risputa “nella vita misera che stiamo vivendo” (Una tomba). Non è dato sapere quante mani ci siano dietro questa musica, quante la solletichino o la fanno incazzare strattonando. Una musica mai scontata che riesce a sorprenderci con sprazzi di stupenda poesia (Tutto tace).

“Zero Totale” è il voto che mai potrà prendere questa musica, con questa delicatezza spiazzante, con questa dolcezza che disarma e fa venire gli occhi lucidi, in questa vita che ci condanna a “un po’ di sacrificio, che non si sa mai”.

FrankaZappa -ilmegafono.org