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I Kafka sulla spiaggia, tra sogno e intima semplicità

I Kafka sulla spiaggia, tra sogno e intima semplicità

Vengono da Napoli, prendono il nome da un celebre romanzo di Haruki Murakami e hanno da poco pubblicato il loro nuovo disco: parliamo dei Kafka sulla spiaggia e del loro album “New beat” (uscito con l’etichetta Octopus Records). “New beat” è un lavoro intimo, ma accorato, ricco di attenzioni e delicatezze musicali, dove nulla pare lasciato al caso, dove non esistono tempi morti né banalità. Così, traccia dopo traccia, veniamo ricondotti al sogno: “chiudo gli occhi e vedo te, apro gli occhi e non ci sei!”, cantano nel brano La finestra, in cui la voce e le melodie riportano alla poesia tutta partenopea del grande Francesco Di Bella.

Il sogno, in queste canzoni, risulta il punto di partenza e allo stesso tempo di arrivo delle nostre nostalgie e dei nostri viaggi. Sono tracce semplici e ricche di abbandoni, piene di valorosi bambini che combattono contro un drago (Sha) e di uomini, molto meno valorosi, che implorano regine, o di duemila topi che proteggono la nostra fogna, il nostro futuro (Keisha). Poco importa se siamo noi ad essere abbandonati o ad abbandonare: come in un costante infrangersi di destini, nasce ugualmente la comune necessità di credere al sogno, di andare oltre per trovare l’impossibile (Canonico).

Riuscitissimi i cori che rendono canticchiabili e scanzonati gli abbandoni, come in Nessun’altra o in Come va. Bello il gioco con chitarre quasi ipnotiche (nel brano Foca) o che non hanno paura di esplodere (nel brano Come va). Stupisce la ghost-track presente nell’undicesima traccia (Vassalli) che, tra sperimentazione ed elettronica, riesce appieno e diverte. Ci ricorda come molti di noi sono restii “vassalli” che stanno nel proprio feudo e non chiedono altro che anche gli altri vassalli facciano lo stesso restandosene chiusi nel proprio. Savendi, infine, è una dolcissima dichiarazione di amore in attesa di trovare la chiave per raggiungere un cuore ferito.

“New beat”, dunque, è un album che richiede più ascolti per sedurci, traccia dopo traccia, con mistero, malinconia e semplicità, ricordandoci l’ineluttabilità dei destini, in una continua giostra in cui “oggi è oggi e poi domani si vedrà”.

FrankaZappa –ilmegafono.org

Autore

FrankaZappa

Collaboro da tempo con Il Megafono, dove insieme a Manuele curo la pagina musicale e il programma "The Independence Play" sulla nostra radio web. Sono una metallara nostalgica, stregata, quando ero poco più che bambina, dall'urlo "Looove" di Robert Plant. Di quell'amore per la musica ne ho fatto la mia spina dorsale di "metallo non metallo" che mi ha portato fino a qui. Oggi amo un sax che non mi corrisponde. Grazie a lui e al jazz ho scoperto che ancora esistono nuovi pianeti da esplorare, perché per me alla fine la musica resta l'unico modo di immaginare "the dark side of the moon".

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