“L’Italia è leader mondiale nelle energie rinnovabili. Anche perché quella completata in pochi mesi negli Usa, realizzata da Enel, è la centrale più innovativa del mondo”. Sono queste le parole pubblicate su facebook dal premier Matteo Renzi in viaggio verso il Nevada, parole con le quali sembrerebbe presentarsi nuovamente come un promotore delle rinnovabili. Il viaggio americano è stato pensato all’insegna della tecnologia e dell’innovazione per l’ambiente, perché è proprio questa l’immagine del nostro Paese che Renzi vorrebbe dare al mondo. Non è un caso, infatti, che la prima tappa del tour sia stata la centrale di Stillwater, prima iniziativa che abbina un parco fotovoltaico da 26,4 MW (realizzato nel 2012), una centrale solare termodinamica da 2 MW (costruita nel 2014) e un polo geotermico a media entalpia da 33 MW, che è appunto italiana.

“Le rinnovabili vedono l’Italia tra i leader mondiali e ne siamo orgogliosi – scrive Renzi, che esalta il ruolo di Enel nel settore delle energie pulite – ma dobbiamo avere consapevolezza che un mondo che va avanti solo a rinnovabili per il momento è solo un sogno. Dobbiamo ridurre la dipendenza dai fossili e le emissioni, come abbiamo fatto negli ultimi 25 anni (in Italia -23% di emissioni CO2). Ma il petrolio e il gas naturale serviranno ancora a lungo: non sprecare ciò che abbiamo è il primo comandamento per tutti noi”.

È chiaro il riferimento al referendum del 17 aprile e si capisce anche che, nonostante la firma dell’accordo di Parigi contro il riscaldamento globale, per l’Italia il clima e la decarbonizzazione dell’economia non sono affatto una priorità.

Alla luce di tali dichiarazioni, non è mancata la dura reazione da parte di Greenpeace che prontamente ha commentato le parole del premier: “Matteo Renzi ha una gran faccia tosta a parlare di rinnovabili – dice Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima dell’associazione -. Mentre invita gli italiani a disertare un referendum nazionale, schierandosi dalla parte dei petrolieri, non manca di vantarsi dei traguardi di un settore che lui e il suo governo stanno invece mettendo in ginocchio”.

Se, infatti, l’Italia ha fatto dei passi avanti sulle energie pulite, di certo non è merito dell’attuale governo che, come sottolinea l’associazione ambientalista in un suo stesso rapporto, nel corso del 2014 (primo anno del governo Renzi), non solo ha aumentato gli incentivi alle fonti energetiche fossili, ma ha anche ridotto drasticamente i sussidi a quelle rinnovabili.

Nello specifico, secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, i contributi ai combustibili fossili, quali carbone, petrolio e gas, sono passati dai 12,8 miliardi del 2013 ai 13,2 miliardi di dollari del 2014. Nel 2012, gli esercizi entrati in funzione sono stati quasi 150mila nuovi impianti fotovoltaici, mentre nel 2014 i nuovi impianti sono stati appena 722 e, come se non bastasse, gli investimenti sono crollati del 60 per cento rispetto all’anno precedente. In Germania, inoltre, vengono confermati incentivi per oltre 23 miliardi, in Italia invece non superano gli 11 miliardi.

Sempre secondo Greenpeace, il presidente del consiglio ha fatto di tutto per ostacolare le energie rinnovabili su qualsiasi fronte: cambiando in corsa accordi già sottoscritti con lo Spalma incentivi, arrivando a modificare la tariffa elettrica per rallentare il risparmio energetico e aumentando così le nostre bollette e bloccando i piccoli impianti domestici, specialmente quelli fotovoltaici. “Renzi è dalla parte delle lobby fossili, non inganni gli italiani. È insopportabile – conclude Boraschi – che si faccia vanto persino dei primati italiani in fatto di rinnovabili, quando ci sono migliaia e migliaia di lavoratori che in quel settore hanno perso il posto per causa delle sue politiche sbagliate e vecchie”.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org