Volge al termine una settimana molto importante sotto il profilo della lotta alla mafia: nel giro di poco più di 24 ore sono state infatti effettuate due importantissime operazioni in Sicilia orientale che hanno portato a sequestri economici tutt’altro che trascurabili nei confronti di aziende e imprenditori in odor di mafia. La settimana nera per l’economia mafiosa è iniziata con il sequestro, nella mattinata dello scorso 22 febbraio, da parte della Direzione Investigativa Antimafia di Catania, di beni per il valore di circa 7 miliardi di euro. Destinatario di tale misura preventiva, emessa dal Tribunale di Siracusa, è stato l’imprenditore Fabio Manservigi, considerato una figura molto vicina al clan Nardo, la famiglia mafiosa egemone nei territori di Augusta e Lentini e alleata del clan catanese dei Santapaola.

In effetti, a ben vedere, pur volendo credere nelle grandi qualità imprenditoriali dell’indagato, la sua velocissima ascesa economica ha quasi del miracoloso: nel giro di pochi anni, da comune operaio in un’azienda di smaltimento rifiuti è divenuto un importante imprenditore edile. Fabio Manservigi è stato accostato al clan Nardo dalle dichiarazioni di diversi pentiti, tra cui Fabrizio Blandino (detto Jimmy), ex consigliere comunale di Augusta, considerato molto importante nell’organizzazione del clan Nardo. Le dichiarazioni dei pentiti, inoltre, sembrerebbero trovare riscontro in due filoni di indagini che confermerebbero la contiguità di Manservigi con i Nardo: le indagini “Morsa2” e “Nostradamus”.

Il sequestro, esteso non solo ai beni intestati direttamente a Manservigi ma anche a quelli a lui riconducibili, riguarda una villa lussuosa, terreni e cinque distinte società operanti in diversi settori dal fotovoltaico, sino alle corse dei cavalli. Un “piccolo” tesoretto di cui le cosche dovranno fare a meno. Il giorno dopo, nella vicina Catania, altri sequestri, per un valore molto inferiore (circa un miliardo e mezzo di euro) ma dalle implicazioni certamente più importanti. Nella mattinata del 23 febbraio, infatti, i carabinieri del Ros di Catania hanno disposto a sequestro le imprese Tecnis e Cogip del gruppo imprenditoriale Costanzo e Bosco Lo Giudice che, solo pochi mesi fa, erano già state oggetto di un filone di indagini della Procura di Roma sul versamento di tangenti negli appalti Anas.

All’accusa di corruzione si è così aggiunta per le due importantissime imprese del Sud Italia quella di infiltrazione mafiosa, scaturita da un lunghissimo filone di indagini dei Ros etnei. Dalle indagini e dalle dichiarazioni di alcuni pentiti, gli inquirenti hanno infatti appreso la crescente pressione estortiva che il clan Santapaola ha esercitato negli anni sul gruppo imprenditoriale, una pressione tale da far ritenere che l’asservimento ai mafiosi fosse forte al punto da non limitarsi al versamento di ingenti somme di denaro ma da consentire agli esponenti dell’organizzazione criminale di gestire l’indotto, favorendo la collaborazione con imprese controllate dalla mafia.

L’ingente portata di affari in cui sono coinvolte le imprese sequestrate, attualmente affidate ad amministrazione giudiziale, è tale da far temere tutta una serie di controindicazioni disastrose. Il gruppo imprenditoriale era infatti impegnato nella realizzazione di grandi opere pubbliche, tra cui due ospedali in Calabria, la costruzione di un anello ferroviario a Palermo e la metropolitana a Catania. L’importanza delle opere in questione rende facilmente comprensibile il giro di soldi intorno a esse e, quindi, il grande disagio economico arrecato da un tale sequestro al clan interessato (paradossalmente alleato con il clan interessato dal sequestro in provincia di Siracusa).

Una settimana davvero pessima per la mafia siciliana che si è ritrovata, nel giro di 24 ore, privata di due “salvadanai” di tutto rispetto. Un sospiro di sollievo per tutte quelle imprese edili oneste in Sicilia (e non solo) che, da adesso in poi, avranno forse qualche possibilità in più di aggiudicarsi appalti importanti, e per tutti i cittadini che così avranno più probabilità di vedere queste grandi opere effettivamente realizzate.

Anna Serrapelle- ilmegafono.org