Dieci anni. Dieci. Se qualcuno mi avesse detto che un giorno avrei scritto un editoriale per celebrare un anniversario simile, probabilmente avrei sorriso o ne avrei elogiato le visioni troppo ottimistiche. Non era pensabile, non lo è stato in molti momenti, che un sito web come il megafono.org, uno spazio di informazione gratuito e volontario, direi quasi militante nel senso più bello e libero della parola, potesse durare così a lungo. E invece siamo qui, a guardarci indietro con stupore e gioia, ma soprattutto a guardare avanti con mille altri sogni e obiettivi e con un po’ più fiducia e speranza in futuri e lontani anniversari. Ricordo ancora quelle sere di fine 2005, quando un gruppo di amici disse sì alla mia proposta di crearci da noi uno spazio per affrontare i temi dell’attualità e cercare di esprimere il nostro punto di vista critico, spesso opposto alle “versioni ufficiali” della politica e dei mass media nazionali e locali. Eravamo stanchi di non avere voce e di discutere soltanto tra noi, soprattutto eravamo stufi di ascoltare bugie su temi importanti come i diritti umani, le emarginazioni, l’ambiente, la lotta alla mafia.

Ci abbiamo lavorato e ci siamo emozionati quando, l’11 febbraio 2006, uscì il nostro primo numero. In homepage c’erano due cose: una immagine del “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo e alcuni versi della canzone L’uomo col Megafono di Daniele Silvestri, che ci ha ispirato nel nome e nella voglia di urlare in mezzo a una folla distratta o indifferente. Da quel giorno sono passati appunto dieci anni e di quel gruppo di fondatori ne è rimasto solo uno, quello che oggi ha l’onore e onere di scrivere questo editoriale. Gli altri si sono tirati indietro, perché era difficile conciliare il tempo dello studio o del lavoro con l’impegno della scrittura e dell’indagine o dell’approfondimento. Semplicemente non ci hanno creduto abbastanza. Ed è comprensibile. Ma, come un segno del destino, nello stesso istante in cui quel gruppo pian piano si ritirava, altri giovani da tutta Italia iniziavano a scriverci e ci chiedevano di collaborare. Spesso erano giovanissimi, studenti liceali, in altri casi erano giornalisti o semplicemente persone arrabbiate per tutto quello che avveniva.

Persone che sono diventate le colonne portanti di questo progetto. Hanno portato qualità, esperienza, intelligenza, sensibilità, umiltà. Oggi a comporre questa redazione sono una quindicina di persone. Quando, a fine 2015, abbiamo cominciato a elaborare, come sempre, i nostri buoni propositi per l’anno successivo, ci siamo resi conto, d’un tratto, che il 2016 sarebbe stato il decimo anno dalla nostra fondazione. Siamo rimasti sconvolti dal tempo che è passato. Presi dal nostro impegno quotidiano ci eravamo quasi dimenticati dell’avvicinarsi di questo compleanno, che infatti abbiamo scelto di celebrare con assoluta sobrietà, senza troppi lustrini, ma solo con l’orgoglio di fare, nel nostro piccolo, il nostro dovere: scrivere, informare, contro informare, prendere una posizione chiara rispetto a valori fondamentali come l’antirazzismo, l’antifascismo, la lotta alla mafia, la tutela ambientale, la promozione della cultura in tutte le sue forme.

A parte un paio di video (che gireranno sui nostri canali social) e qualche creatività grafica, continueremo a fare quello che facciamo sempre. Lo faremo in questo numero e in tutti quelli che verranno, sapendo anche che a leggerci e a seguirci ogni settimana siete sempre di più e ci dimostrate, con le tantissime letture, le condivisioni, i commenti, un attenzione e un affetto che ci lusingano ma non ci distraggono. Perché la nostra linea è quella di essere onesti e di rispettare sempre gli ideali che ci guidano, pertanto non scriveremo mai per ottenere il favore di qualcuno, l’approvazione di chi ci legge, ma solo per esprimere una visione del mondo che privilegia sempre i diritti e la verità, anche quando questa verità vale un pugno nello stomaco, fa male, irrita, spezza amicizie e rapporti. Guardandoci indietro ci siamo resi conto di cosa ci è passato davanti in questi dieci anni.

Momenti difficili, il dolore di raccontare gli orrori di un mondo duro: le emarginazioni, le tragedie del mare, le discriminazioni, il razzismo crescente, l’isolamento di chi combatte contro la mafia, le divisioni nell’antimafia, gli scandali, le aggressioni al nostro patrimonio ambientale e culturale, le bugie a diffusione patologica, la pochezza politica che attraversa Europa e Italia, il berlusconismo, il renzismo, le vicende siciliane, con i vari Cuffaro e Lombardo e con la triste parabola di Crocetta (a cui, per inciso, non perdoniamo la scelta di aver chiamato il suo movimento con il nostro stesso nome, creandoci parecchi problemi), e altro ancora.

Abbiamo raccontato le cose brutte, ma per fortuna anche quelle belle, abbiamo vissuto momenti importanti, risposto a inviti prestigiosi, partecipato a iniziative sociali, culturali e di lotta, promosso centinaia di artisti emergenti nel panorama musicale italiano e internazionale, diventando un partner apprezzato per circa una decina tra agenzie di comunicazione discografica e case discografiche indipendenti, che periodicamente ci mandano le loro nuove proposte. Soprattutto, abbiamo fatto ciò senza sponsor, senza vincoli materiali, in totale indipendenza e autonomia, entrando in rete con molte altre realtà che lottano dal basso e che non arretrano mai di un millimetro. Il futuro, oggi, non appare facile e roseo, ma questo ci spinge ancora di più ad andare avanti, con la forza di una redazione fatta di donne e uomini che non si arrendono e che, anzi, proprio nei momenti bui cercano la luce di una speranza e la forza della verità e le seguono con tenacia.

Abbiamo la determinazione che nasce da dieci anni vissuti insieme, da tante esperienze condivise, da una visione complessiva che ci accomuna. E l’orgoglio di rispondere a chi, soprattutto alcuni colleghi giornalisti, in questi anni ha provato a scoraggiarci, guardandoci con diffidenza e malcelato snobismo, affermando che i giornalisti e i giornali, in qualsiasi forma, debbano proporre “pezzi freddi”, non prendere posizione, e perfino preconizzando una nostra breve durata. Possiamo dire, senza troppa polemica, che non avevano ragione. Perché siamo qui per il decimo anno e perché abbiamo potuto sperimentare la bellezza di vedere cambiare delle teste e sbocciare nuove sensibilità, grazie anche al taglio che abbiamo dato ai temi affrontati.

A volte servono i pugni nello stomaco e per farlo è necessario semplicemente descrivere la realtà per quella che è e non per come viene rappresentata o massificata o per come i lettori la vorrebbero. Leggere mail e messaggi di persone che hanno cambiato idea su certi temi, hanno riflettuto partendo da un nuovo punto di osservazione, è stato forse il regalo più bello di questi dieci anni. Ce lo teniamo stretto e lo portiamo con noi. Continuando, ostinati, sulla nostra strada. Almeno per altri dieci. E, chissà, forse anche di più. Sempre insieme a voi che ci seguite e che ringraziamo ancora una volta.

Massimiliano Perna –ilmegafono.org