Mentre in Italia pensiamo al Giubileo di Roma o all’Expo di Milano o al Mose di Venezia, opere sulle quali si concentrano interessi di ogni sorta, sperperando (a fondo completamente perduto) il denaro dei contribuenti, in Francia, solo a Parigi e solo per alcuni dei suoi musei, sono stati investiti 100 milioni di euro. Mi direte: “ma che c’entra”? Che c’entrano i musei con opere pubbliche come il Mose o con eventi internazionali come Expo o Giubileo?

Completamente niente! Serve però a sottolineare il fatto che, mentre in Italia ci si divide la pagnotta tra i soliti noti e il denaro si sperpera per opere “pubbliche” inutili o che, una volta finito l’evento, cadranno nel dimenticatoio, all’estero, e a Parigi in particolare, i soldi si usano anche per il mantenimento di quello che c’è già e crea ricchezza, per il patrimonio culturale, per la manutenzione straordinaria e la messa a norma di alcuni importanti musei della città.

L’Expo ha creato molti scandali, ma attendiamo la fine dell’evento per capire quant’esso abbia realmente portato valore a Milano. I 120 milioni che verranno investiti per il Giubileo a Roma, serviranno davvero a rivoluzionare la città, migliorare il servizio pubblico e rendere Roma una città più civile ed europea? O serviranno solo a tappare le buche per strada e pagare i debiti? Il Mose, un’opera ciclopica degna del paese più avanzato al mondo, dovrebbe difendere Venezia dall’“acqua alta” ed è costata … tantissimo! E Venezia merita di essere protetta. Il problema è che questo affare probabilmente non servirà a nulla e quindi mi chiedo nuovamente: “perché”? Perché permettiamo che tutto ciò accada?

Personalmente non sono contrario ai grandi eventi e all’investimento di enormi cifre, ma sarebbe meglio investire il denaro pubblico in opere di una certa utilità e soprattutto evitare di mandare  in malora quello che abbiamo già e per cui il turista viene e paga il biglietto, spesso senza alcun servizio aggiuntivo. Chi decide come usare i nostri soldi? In base a quali priorità? E perché non esiste una commissione che controlli come questi fondi vengono usati? Temo che non freghi niente a nessuno perché questa situazione, in Italia, esiste a tutti i livelli e conviene a molti.

L’Italia è fatta da tante, tantissime realtà culturali che meritano di essere valorizzate e che invece rischiano la chiusura per la cronica carenza di fondi. Il nostro paese ha una cultura antica e variegata, il nostro territorio offre migliaia di esempi di opere d’arte o architettura unici al mondo. “L’arte diffusa”, formula riciclata dal mondo degli hotel, dovrebbe essere la nostra carta vincente. Bisogna valorizzare le piccole realtà e fare network tra esse e con i Tour operator. Bisogna creare i servizi lì dove mancano e offrire una buona scelta tra i trasporti pubblici per raggiungere le destinazioni in oggetto.

Oggi in Italia, o meglio nella maggior parte del territorio, il turista che arriva senza macchina si sente sperduto, ha difficoltà enormi a organizzare gli spostamenti e ha difficoltà a trovare interlocutori che parlino fluentemente una qualche lingua straniera. Il turista spesso non riesce a raggiungere tutti i luoghi che vorrebbe visitare, torna stressato dalle vacanze e non torna più in quel luogo, non lo consiglia agli amici e avrà un souvenir non veritiero di quello che in potenza potrebbe offrire questo paese.

Questo non vuole essere solo uno sfogo, ma ha la pretesa di voler assurgere a consiglio per chi leggerà. Dobbiamo credere nella nostra terra e nel nostro territorio e cercare di difenderlo e gestirlo al meglio. 

Nel quadro dell’iniziativa lanciata la settimana scorsa, “Necrologia museorum”, sulla morte dei musei, sulla quale vi chiediamo di ritornare segnalandoci eventuali chiusure di siti culturali nella vostra zona, oggi vogliamo lasciarvi con un esempio di lotta per il territorio e per la comunità finita bene: parlo di quella che oggi è la riserva della Pillirina, istituita a Siracusa dopo una lunga lotta che avrebbe potuto portare, se fosse finita al contrario, alla creazione di un villaggio vacanze e alla privazione per la comunità di un luogo che gli appartiene per diritto di nascita.

Basta guardare questa foto del paradiso della Pillirina per rendersi conto di quale meraviglia si parla. Un esempio che tanti cittadini dovrebbero seguire.

 Angelo De Grande -ilmegafono.org

pillirina

Una veduta della riserva naturale della Pillirina.