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Woods of Karma, rock che non ha paura di sperimentare

Woods of Karma, rock che non ha paura di sperimentare

Viene da Livorno il rock dei Woods of Karma, di cui oggi vi proponiamo “This Has Already Been Done”, ep d’esordio uscito a maggio scorso e disponibile in tutti gli store digitali. Quattro brani curati nel dettaglio ed evocativi, che conquistano con un rock prepotente e ricco di venature metal, grunge e garage. La voce è adattabile e piena, sempre all’altezza delle tonalità e dei ritmi, che sono in continua evoluzione grazie alla bravura dei musicisti della band.

Il singolo Aubergine risulta “giovane” e orecchiabile, dall’accattivante sound garage, e sembra strizzare l’occhio a gruppi che hanno fatto la storia della musica internazionale (il brano, in alcune parti, richiama alla memoria la celebre Another one bites the dust dei Queen). In The model, seconda traccia dell’ep, il rock ti entra in testa e diventa elettronico e sperimentale quanto basta. Difficile star fermi. Il pezzo si chiude con un assolo di chitarre ben riuscito che lo trasforma in una ballata rock.

Endlessea, invece, parte con un giro di basso e con chitarre dispettose che rendono la canzone quasi punk, grazie ai cori e allo stile grunge che travolgono l’ascoltatore. Infine, August for the last time è un pezzo alla Strokes, che ci regala un’altra faccia, non meno affascinante, di questo primo e positivo esperimento musicale.

I Woods of Karma ci propongono, dunque, un ep che, in pochi minuti, riesce a rendere ben visibile la loro identità musicale e la loro voglia di reinventarsi in ogni brano. La differenza di generi toccata, l’originalità e la semplicità di quattro tracce ben eseguite, che si possono ballare, pogare, urlare o anche canticchiare, costituiscono un ottimo biglietto da visita. Adesso non ci resta che aspettare il primo album. Di sicuro questa band livornese è di quelle da non perdere di vista.

FrankaZappa–ilmegafono.org

Autore

FrankaZappa

Collaboro da tempo con Il Megafono, dove insieme a Manuele curo la pagina musicale e il programma "The Independence Play" sulla nostra radio web. Sono una metallara nostalgica, stregata, quando ero poco più che bambina, dall'urlo "Looove" di Robert Plant. Di quell'amore per la musica ne ho fatto la mia spina dorsale di "metallo non metallo" che mi ha portato fino a qui. Oggi amo un sax che non mi corrisponde. Grazie a lui e al jazz ho scoperto che ancora esistono nuovi pianeti da esplorare, perché per me alla fine la musica resta l'unico modo di immaginare "the dark side of the moon".

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