Accoglienza, solidità economica ed istituzionale e adesso anche svolta al rinnovabile. È una Germania da record quella che si presenta al resto d’Europa, complici le condizioni climatiche non esattamente favorevoli nel Nord del paese. Nelle scorse settimane, infatti, la tempesta “Zeljko” ha attraversato l’Europa settentrionale provocando qualche danno, una congiuntura che per gli impianti eolici tedeschi ha però significato nuova energia da produrre. Il bel tempo nel Sud, invece, ha favorito gli impianti fotovoltaici che pure hanno lavorato con estrema efficienza.

Tutto questo ha permesso alla Germania di coprire il 78% del fabbisogno elettrico con un perfetto mix tra eolico, fotovoltaico e biomasse, insidiando il record danese. La stima precedente, quella del 2014, per intenderci, si fermava al 74%. 

Non solo energia prodotta per consumo interno, ma anche una buona quantità destinata all’esportazione: 8,74 Gigawatt, sui 61,1 prodotti in totale, sono infatti destinati al mercato estero. Gli esperti sperano in una svolta tedesca non solo al rinnovabile, ma anche alla completa liberazione da CO2, una prospettiva che con le condizioni meteo favorevoli e le buone intenzioni di imprese e governo, non sembra così improbabile.

La Germania pare aver chiuso definitivamente la porta al nucleare, un esempio che dovrebbero seguire paesi limitrofi e non, sfruttando a proprio vantaggio anche fenomeni atmosferici apparentemente poco felici, proprio com’è successo con la tempesta “Zeljko”. È necessario che il vento cambi anche al di fuori del colosso teutonico.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org