Un’efficace risposta per combattere uragani, cambiamenti climatici ed eventi meteorologici estremi arriva da New York. Elaborato da un consorzio guidato da Big, Bjarke Ingels Group, con One Architecture e altri collaboratori, il progetto Dryline prevede una sorta di cintura verde, costituita da spazi pubblici, barriere paesaggistiche ed elementi naturalistici, per proteggere l’area sud di Manhattan, da Central park fino alle banchine rivolte verso la Statua della Libertà.

Si tratta di 257 iniziative per rafforzare le difese costiere, rimodernare gli edifici, proteggere le infrastrutture e i servizi e rendere i quartieri più sicuri e vivibili. Infatti, lo studio Bjarke Ingels non è nuovo a questo tipo di progetti: un esempio è Copenhagen, dove vi sono condomini a forma di montagna in cui è possibile sciare sulla copertura di un impianto di produzione energetica da biomasse. A Manhattan, invece, si parla di costruire sedici chilometri di protezioni dalle inondazioni e una barriera che abbia la funzione di un nuovo parco lineare.

“Il nostro progetto -racconta Ingels- deve avere le dimensioni grandiose di Mosè, ma nello stesso tempo dev’essere in grado di lavorare sulla piccola scala dei quartieri. La città non deve girare le spalle al mare, ma dovrebbe abbracciarlo e favorirne l’accesso”.

Già per la realizzazione della prima parte, che prevede la fabbricazione di ponti pedonali, strade di scorrimento a sei corsie e pannelli mobili e fissi contro le mareggiate, sono stati stanziati 335 milioni di dollari. Questa prima proposta intende mettere in sicurezza la zona che si estende da Montgomery Street alla 23esima strada, praticamente la zona del ponte di Brooklyn fino quasi al Palazzo di Vetro dell’Onu.

Il progetto è già entrato nella fase operativa e per tutto il 2015 sono previste analisi delle condizioni esistenti e il passaggio dal concept di design al progetto esecutivo. Inoltre, la pianificazione sarà partecipativa, poiché includerà anche la collaborazione della comunità. Con questo progetto innovativo e all’avanguardia, New York si pone, ancora una volta, come un modello da seguire per le città di tutto il mondo che vogliono muoversi nella direzione di un’ingegneria “verde”.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org