Il 6 novembre scorso, nei pressi di Fiumicino, si è verificato un grave disastro ecologico. Si parla di un’ingente fuoriuscita di cherosene, causata dai furti contro l’oleodotto dell’Eni, che sta investendo il Rio Palidoro e il fiume Arrone, contaminando decine di ettari di terreno agricolo e provocando la morte di tantissimi pesci e di molti altri animali che si nutrono di essi.

L’area in questione si trova nelle vicinanze di due importanti zone protette del litorale romano: le Oasi di Macchiagrande e la Foce dell’Arrone. Il WWF ha prontamente lanciato l’allarme, richiedendo la collaborazione di enti e volontari, tra cui quelli della Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli), per cercare di trarre in salvo gli animali ancora in vita. Inoltre, le associazioni ambientaliste e il sindaco di Fiumicino chiedono ad Eni un controllo maggiore affinché in futuro non si verifichino simili episodi che minacciano la biodiversità del territorio e rischiano di intaccare la catena alimentare.

Infatti, l’azienda di idrocarburi viene accusata della mancanza di un piano di sicurezza e di rilevamento ambientale in situazioni di emergenza, in quanto l’unico sistema messo a punto è quello a vibrazione che però manca in molti oleodotti, tra cui quello di Fiumicino, che viene controllato attraverso il monitoraggio della pressione dei tubi e con il pedonamento.

“Lo sversamento del cherosene nel fiume Arrone è un durissimo colpo all’ambiente naturale – afferma in una nota il WWF -. Già notevoli i danni, in termini di perdita di biodiversità e di compromissione degli habitat. Colpita anche la nostra oasi della Foce Arrone, realizzata qualche anno fa con la partecipazione di molti sostenitori. Ancora una volta per dolo o colpa, a farne le spese sono decine e decine di animali. Cormorani, gallinelle, germani reali, testuggini d’acqua, nutrie sono le specie tra le più colpite, oltre a numerosi pesci. Soprattutto in aree di estremo valore, sia per qualità ambientale che di testimonianza storica del paesaggio originario, occorrerebbe il massimo dell’attenzione”.

Anche il primo cittadino di Fiumicino interviene e, dinanzi a questa tragedia, dichiara la necessità di una bonifica, di una riqualificazione delle zone interessate e di un’ulteriore valutazione da parte dell’Arpa (Agenzia regione per la Protezione dell’ambiente) per tirare le somme non solo dei danni ambientali, ma anche delle possibili ricadute sulla salute dei cittadini che vivono nei paesi confinanti. Perciò, è stato emesso un divieto per quanto riguarda l’utilizzo dell’acqua contaminata per uso domestico, per la pesca e per l’abbeveraggio degli animali.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org