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Slipknot, nuovo album per i vostri migliori incubi metal

Slipknot, nuovo album per i vostri migliori incubi metal

Se siete tra i tanti che hanno tentato di affrontare i propri incubi, indossando una maschera e chiedendo “dolcetto o scherzetto?” in giro per le strade della vostra città, oggi vi forniamo un intero, terrificante gruppo, che con maschere mostruose ha fatto danzare intere generazioni. Il 21 ottobre 2014 è uscito l’ultimo lavoro degli Slipknot, “.5: The Gray Chapter”, ascoltabile gratuitamente su http://www.5thegraychapter.com e dedicato al bassista della band, Paul Gray, scomparso il 24 maggio 2010.

Lo ha spiegato Corey Taylor, voce del gruppo: “Il nuovo album è certamente dedicato alla memoria di Paul Gray. Ci sono una manciata di brani riguardanti lui e altri che narrano delle emozioni e dei drammi che il gruppo ha dovuto affrontare negli ultimi quattro anni. Molta gente non sa come ci si sente, non comprende. E specialmente per me, come compositore dei testi, è stata una grande soddisfazione poter raccontare questa storia nel modo più onesto e, allo stesso tempo, più oscuro possibile».

14 tracce accattivanti, in cui il metal diventa talvolta melodico talvolta trash, altre volte brutal, in un susseguirsi di angoscianti e quanto mai ammalianti ritmi.  Il lavoro è stato portato a termine, oltre che senza lo sfortunato bassista, anche senza il batterista Joey Jordison (che ha deciso di abbandonare il gruppo durante la progettazione), ma ha una matura complessità che appaga appieno i fan (definiti “maggots”, cioè larve, dalla band), lasciando leggermente insoddisfatti solo quelli che speravano in un nuovo “Iowa”.

Sinceramente, ascoltando queste tracce viene solo una grande voglia di indossare nuovamente il “chiodo” e non si pensa un attimo al fatto che sono più di vent’anni che questa band calca le scene metal di tutto il mondo.

A tutti i “maggots” non resta che rispolverare i propri scheletri dal fondo dell’armadio e farci quattro salti, poco importa se sceglierete il ritmo incalzante di The negative one, di Custer o Sarcastrophe, i cori di The Devil in I, di Nomadic e AOV, o la melodia di The One that kills the Least, perché il metal, parafrasando quello che ha detto Pete Townshend (leggendario chitarrista dei The Who), “non eliminerà i tuoi problemi. Ma ti permetterà di ballarci sopra”.

FrankaZappa –ilmegafono.org

Autore

FrankaZappa

Collaboro da tempo con Il Megafono, dove insieme a Manuele curo la pagina musicale e il programma "The Independence Play" sulla nostra radio web. Sono una metallara nostalgica, stregata, quando ero poco più che bambina, dall'urlo "Looove" di Robert Plant. Di quell'amore per la musica ne ho fatto la mia spina dorsale di "metallo non metallo" che mi ha portato fino a qui. Oggi amo un sax che non mi corrisponde. Grazie a lui e al jazz ho scoperto che ancora esistono nuovi pianeti da esplorare, perché per me alla fine la musica resta l'unico modo di immaginare "the dark side of the moon".

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