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Presentato a New York il primo edificio “biodegradabile”

Presentato a New York il primo edificio “biodegradabile”

Una torre fatta di materiali biologici e biodegradabili. È il progetto presentato da un gruppo di giovani architetti, lo studio “The Living”, ad un concorso indetto dal Museo Moma di New York. Il progetto Hy-Fi, vincitore del premio MoMA PS1′s Young Architects Program sull’architettura sostenibile, prevede la realizzazione di mattoni creati dalla miscela di due sostanze organiche: steli di granturco e strutture filamentose dei funghi simili a radici, chiamate micelio. La tecnologia è stata sviluppata dalla società Ecovative ed è stata utilizzata finora solo per materiali da imballaggio.

La struttura è già esposta presso il MoMa Ps1, a Long Island: nella parte superiore ha tre aperture circolari realizzate con gli stampi usati per costruire i mattoni e ricoperte da una pellicola riflettente che diffonde e crea giochi di luce fuori e all’interno dell’edificio.  All’interno della struttura gli ospiti possono sedersi e consultare documenti sul riciclo dei materiali e la sostenibilità ambientale.

“Il nostro progetto è la prima grande struttura fatta di questo nuovo materiale”, ha commentato ad Arch Daily, David Benjamin, dello studio “The Living”. “I nostri mattoni biologici sfruttano l’incredibile ’algoritmo biologico’ delle radici dei funghi, producendo un nuovo materiale da costruzione che si sviluppa in cinque giorni, senza sprechi, senza apporto di energia e senza emissioni di anidride carbonica”. I mattoni sono biodegradabili al 100% e potranno essere riutilizzati come fertilizzanti, in quanto adatti al compostaggio.

Come ha dichiarato Pedro Gadanho, Curatore del Dipartimento di Architettura e Design del MoMA, il progetto vincitore del concorso di quest’anno “può essere considerato la prima struttura in grado di rivendicare, senza alcun dubbio, un’emissione di carbonio pari a zero anche nel suo processo di costruzione”.

Giorgia Lamaro -ilmegafono.org

Autore

Giorgia Lamaro

Sono una giornalista professionista che continua a sognare, anche a 40 anni. Uno dei miei sogni è che mio figlio cresca libero e indipendente in un paese che gli possa garantire un futuro. Anche per questo collaboro con il Megafono, ormai da quasi dieci anni. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 2003 dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione e un Master in relazioni internazionali presso l’Università degli studi di Bologna. Fin dai primi anni d’università mi sono interessata ai temi della cooperazione internazionale e della multiculturalità. Attualmente vivo a Roma e lavoro per un’agenzia di stampa nel settore esteri.

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