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Ieri, nel primo pomeriggio, all’uscita dalla metro Abbiategrasso, a Milano, c’era una sfilza di agenti della polizia locale schierati all’imbocco delle scale, con le facce sorridenti, ma con quel sorriso sarcastico e acido di chi sa che in quel momento può usare come crede l’arroganza del potere. Stamattina, ripassando da lì, mi accorgo che non ci sono più ambulanti, ossia ragazzi, principalmente africani, gentili e tranquilli che di solito vendono foulard o ombrelli, cuscini o piccoli oggetti di bigiotteria, con i loro sorrisi pieni di gioventù e di fatica. Ragazzi sempre pronti a salutare e augurare buona giornata, che provano a sbarcare il lunario in un Paese che non offre loro tante opportunità.

Ho sovrapposto questa immagine a quella che ho visto una decina di giorni fa, sempre lì, e che è possibile vedere spesso, in tarda serata, quando la metropolitana si avvicina all’orario di chiusura. In cima alle scale mobili, gruppetti di ragazzini, teste rasate e sguardo freddo, bloccano il nastro delle scale, si piazzano lì in alto, quasi a formare un corridoio. Non so perché, ma a quanto mi dicono, sono lì per cercare qualcuno da derubare o provocare.

Eppure, non si vedono agenti della polizia locale schierati per evitare spiacevoli situazioni e tutelare i cittadini. Così come non li vedo schierati dinnanzi ai presidi squallidi di Forza Nuova in via dei Missaglia o davanti ai capannelli di neonazisti che, come accaduto in occasione dei raduni o dei concerti, passano di lì e attendono, tra una birra e un’altra, con i loro abiti neri, le croci celtiche e le svastiche tatuate, l’orario giusto per recarsi alle loro funeste rimpatriate.

Evidentemente disturbano meno e, in questo mondo di regole e verità distorte, sono considerati  più “legali” di un migrante che prova a campare senza far del male a nessuno. Se poi si pensa che quella sia l’evasione da combattere, allora credo che siamo al ridicolo. Quindi evitate questo genere di argomentazioni. Certamente, ed è un parere del tutto personale, se questa è la legalità secondo il Comune di Milano, se questo è il modo di garantire il rispetto delle regole, andando dietro alle stesse logiche di un Salvini qualunque, allora vuol dire che si è smarrita la strada. Diranno che le regole sono uguali per tutti, ma è facile dimostrare (l’ho appena scritto) che non è così.

Se sicurezza significa lasciare che delle bande di delinquenti possano agire indisturbati, di notte, all’uscita della metro e poi, invece, prendersela con chi cerca di vivere dignitosamente, lavorando e non facendo del male a nessuno, credo che qualcuno debba interrogarsi su regolamenti, logiche, procedure, modi di operare. L’assessore Granelli, che ho già avuto modo di NON apprezzare nel caso della vicenda del campo Rom di Baranzate (leggi qui), forse farebbe meglio a riflettere sul suo operato. Perché non si possono avere in una giunta di sinistra persone con questa logica discriminatoria. Soprattutto, non si può consentire alla polizia locale di trattare gli ambulanti alla stregua di spacciatori o delinquenti. Perché quel sorrisetto acido è una delle cose che più stonano con le idee di solidarietà a cui questa giunta si ispira. Ed è un sorrisetto visibile, che non è possibile né facile ignorare.