Rockettari un po’ nostalgici, è a voi che mi riferisco! Prendete uno dei vostri album preferiti, indossate (se ci entrate ancora) la vostra maglietta del tempo e cercate l’appuntamento più vicino nella vostra città. Parte la tournée degli Afterhours per il loro nuovo album “Hai paura del buio?” e toccherà città come Milano, Roma, Rimini, Bologna e Firenze. Non scherzo, non è un gioco! O forse sì? Ecco, forse è proprio un giocare a fare buona musica questo progetto, vista la quantità di partecipanti  e soprattutto considerando il loro incontestabile spessore artistico.

L’11 marzo 2014  è stato ripubblicato, dopo quasi vent’anni, l’album più amato degli Afterhours: “Hai paura del buio?”. Questo lavoro si compone di due cd: uno con i 19 brani ricantati dagli Afterhours, l’altro con la versione sperimentale degli stessi brani, dove agli Afterhours si affiancano molti artisti italiani e stranieri, giocando a rivestire, denudare e ridipingere gli abiti a tutte le canzoni presenti nel primo cd. Inventano, sperimentano, divertono e, se le canzoni sono poche o troppo amate dagli artisti invitati, vi ritroverete ad ascoltare due versioni di Male di Miele (una di The Afghan Whigs e una di Piero Pelù).

Prendete e mettete insieme in un gioco che sa stregare Afterhours, Marta sui tubi, Il Teatro degli Orrori, Ministri, Eugenio Finardi, Samuel Romano (Subsonica), John Parish, Mark Lanegan (cantante della band Screaming Trees e e che ha collaborato con i Queens of the Stone Age), Damo Suzuki, Rachele Bastreghi (Baustelle), Bachi da pietra, Piers Faccini, Nic Cester, Joan as Policewoman e altri.

La tournée si preannuncia un successo. A Milano, il tutto esaurito dell’Alcatraz ha costretto gli Afterhours a concedere una seconda serata per accontentarci tutti. Li vedrete sul palco a cantare interamente il vostro album preferito. Tutte le 19 tracce una dopo l’altra, in un nostalgico reload che ha il sapore di “miele”, la voglia ancora intatta di una “pelle splendida”, e il ricordo offuscato di quella che allora era la vostra “dea”.

Vi ritroverete ancora più convinti a urlare “sui giovani d’oggi ci scatarro su” e magari vi scapperà un sorriso se, nati negli anni Ottanta come me, ripenserete con quanta enfasi avete tentato al tempo di tirarvi fuori da “quei giovani”. Il tempo è forse la chiave di lettura migliore di questo progetto: come fosse una bottiglia di buon vino, questo rosso non può che acquistare valore, colore e inebriarvi in modo ancora più prepotente e con più forza dopo tanti anni passati a riascoltarlo e a cantarlo con rabbia.

Se quello che cantava Manuel Agnelli nel 1997, “Verrò come un rapace a mutilare la pace dentro nel tuo cuore”, poteva avere un po’ l’aspetto di una promessa, allora dobbiamo ammettere che questa promessa è stata mantenuta a pieno e lasciarci mutilare la pace ancora una volta, da chi, come gli Afterhours sa “aprire finestre” a suon di musica in ogni anima.

FrankaZappa -ilmegafono.org