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A volte mi chiedo se il problema dell’Italia, non solo dei cittadini ma anche dei commentatori, degli uomini politici e degli editori, sia essenzialmente l’assenza di memoria. Il fatto che dimentichiamo tutto, anche le cose più semplici. Oppure sia la distrazione. Perché siamo talmente distratti che, quando un fatto risaputo o una dichiarazione piuttosto scontata diventano un titolo sulle prime pagine dei quotidiani e sulle home page di quelli on-line, mostriamo un’incredulità tenera, quasi imbarazzante e diamo, in quell’esatto momento, l’immagine di ciò che siamo: un popolo smemorato. O forse eccessivamente disattento.

Di sicuro non ci accorgiamo dei particolari, così chi vuol farsi notare ha bisogno di essere eclatante in tutto, di alzare il tiro. Beppe Grillo in questo è un mago. Un vero maestro, un genio della comunicazione. Ha capito meglio di tutti (ma non per primo, perché lo avevano già capito Berlusconi e, per certi versi, anche se in maniera “regionale”, il Senatùr degli esordi) come sfruttare la distrazione italica. Il comico genovese, per allontanare da sé la pessima pagina di autoritarismo dittatoriale che sta scuotendo il suo movimento all’interno, ha deciso di distrarre i nemici con un post che parla, in toni apocalittici, di Stato da rifondare, ma soprattutto da decentralizzare, distruggendo molti di quegli organismi che la Costituzione prevede.

Alcuni commentatori parlano di secessione, secondo me sbagliando, perché la secessione non c’entra niente. Grillo è andato molto più lontano, lui vuole la destrutturazione, coerentemente con il suo progetto di eliminazione delle istituzioni di rappresentanza, l’abolizione delle mediazioni tra popolo e potere, lo sgretolamento dello Stato, la rinuncia definitiva alla costruzione di un popolo che l’Italia non è riuscita ancora a portare a compimento. E allora, in questo, trova il consenso della Lega, pronta a dialogare con chiunque sia voglioso di sfaldare l’Italia, con la scusa di cambiarla.

Salvini e Maroni tendono le orecchie e attendono. In cuor loro ci sperano, per poter attaccarsi a un carro che possa riportare un partito folkloristico, sepolto dagli scandali e dalla inconcludenza, a percentuali meno misere.

Intanto c’è chi si stupisce, meravigliosamente addormentato dalla propria distrazione o smemoratezza. Come è possibile che Grillo trovi punti di contatto con la Lega? Come è possibile che un movimento che in Sicilia ha ottenuto il suo miglior punteggio alle ultime regionali, possa flirtare con le camicie verdi che odiano i “terroni” e vorrebbero che il ponte sullo Stretto si costruisse per poi svitarne i bulloni e farli fuori?

Bene, la risposta è semplice. Basta ricordare. Non c’è bisogno di indagare le tante convergenze sul tema dell’immigrazione o su altri temi. È sufficiente guardare nuovamente (o per la prima volta, nel caso vi fosse sfuggito o abbiate dimenticato) questo video e ascoltare le parole di un dialogo tra persone (e idee) che si trovano facilmente d’accordo.

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