Anime in pena, che vagate nel commercialismo musicale più degenere, ponete fine alla vostra agonia e trovate sollievo con quello che stiamo per proporvi. I mass media vi costringono ad ascoltare le solite canzoncine sdolcinate, composte ed amalgamate da modesti powercord (nella migliore delle ipotesi)? Bene, allora arriviamo noi in vostro soccorso con un po’ di buono e sano rock ‘n roll vecchio stampo. No, non sarà necessario riavvolgere le lancette del tempo, ci basterà proporvi quella che è l’ultima produzione sonora di una band emergente che trova le sue radici nelle terre bresciane: i Needlework.

Needlework è un progetto musicale che vede i suoi albori nell’ormai lontano 2001. Un inizio incentrato più sul punk-rock e che man mano col tempo si è spostato sempre di più in direzione di un rock più puro. La vera svolta verso il genere rock ‘n  roll, con evidenti venature blues, è stata però il recente cambio della line-up della band, con l’ingresso di un nuovo cantante che, come dichiarano i membri stessi, “non solo ha portato nuove idee, ma ha contribuito alla definizione di un sound più coeso”.

Si intitola “Needlewok” l’ultimo album della band, un titolo dedicato a tutti quei locali che hanno storpiato il loro nome nelle locandine degli eventi che li vedeva come protagonisti. Undici inediti, energia e carica in quantità industriale, rock ‘n roll d’altri tempi, frequenti richiami al genere blues, più sporadici invece quelli al country.

Un album di qualità, da ascoltare e riascoltare. Un disco per i nostalgici del passato ma anche per quelle nuove generazioni di persone che sono alla ricerca di soluzioni musicali più articolate e tecnicamente più impegnative. Un album che potete gustarvi cliccando qui.

 Manuele Foti –ilmegafono.org