È stata approvata dalla Camera, dopo lunghi mesi di attesa, la modifica al 416ter sul voto di scambio politico-mafioso, articolo importantissimo del codice penale istituito nel 1992 allo scopo di porre fine ad uno dei meccanismi di corruzione e di illegalità più diffusi nel nostro Paese: quello, appunto, del voto di scambio. L’articolo 416ter, infatti, prevede una pena per chi ottiene voti per conto di associazioni criminali (nella fattispecie si parla di “procacciamento di voti”) in cambio di elargizioni di denaro. Come è risaputo, in Italia casi del genere sono all’ordine del giorno, a dimostrazione del fatto che il livello di legalità è davvero ai minimi storici, oltre a quello di una politica sempre più facilmente corruttibile e per niente sana.

Ad ogni modo, lo stesso articolo ha subito diverse critiche nel corso di questi 21 anni in quanto si è visto, grazie anche alle diverse e numerose indagini svolte dalla magistratura, che la criminalità organizzata, più che adottare questo meccanismo, tende, soprattutto, a infiltrarsi all’interno della politica stessa in maniera molto più massiccia. In poche parole, ciò che si criticava, rispetto al 416ter, era quell’incapacità di non riuscire a prevedere ulteriori casi di corruzione e infiltrazione mafiosa all’infuori del voto di scambio, sistema molto in voga ai tempi delle stragi di Palermo ma che ha subito il sorpasso di altri sistemi illegali ben più radicati.

La giustizia italiana, dunque, aveva bisogno di un passo in avanti per sconfiggere del tutto una pratica che si è evoluta ed è per tale ragione che l’associazione di Don Ciotti, Libera, insieme ad altre associazioni antimafia, ha dato vita al progetto “Riparte il futuro”, una campagna promossa anche on-line grazie a oltre duecentomila cittadini sin dall’inizio di quest’anno. Molto importante, a tal riguardo, è l’impatto che la stessa campagna ha avuto sulla politica.

Proprio da gennaio, infatti, alcuni parlamentari italiani (tra cui Davide Mattiello, del Pd) hanno realizzato il gruppo dei “Braccialetti Bianchi”, composto da diversi politici che hanno dato vita alla modifica vera e propria dell’articolo 416ter discusso e approvato dalla Camera. Il testo integrale di tale modifica, voluto dai “Braccialetti Bianchi” e finalmente approvato, cita: “Chiunque accetti consapevolmente il procacciamento di voti con le modalità previste dal terzo comma dell art 416 bis in cambio dell’erogazione di denaro o di altra utilità è punito con la reclusione da 4 a 10 anni. La stessa pena si applica a Chi procaccia voti con le modalità indicate al comma precedente”.

È evidente, dunque, come l’attenzione, a differenza del passato, sia adesso rivolta a qualsiasi “utilità” (dunque qualsiasi vantaggio e profitto) la mafia possa ricavare in cambio di voti da “passare” alla politica. È un passo davvero importante, questo, e sebbene si tratti di una piccola modifica, in realtà le cose (si spera) cambieranno notevolmente. E in meglio. 

Da parte nostra, dei cittadini che credono ancora nella giustizia e nella legalità, sicuramente una buona notizia che arriva in occasione del 21esimo anniversario della strage di via D’Amelio, in cui Paolo Borsellino e la sua scorta persero la vita per mano di quella stessa mafia che oggi ci affligge. Una mafia che, come è risaputo, sa ben evolversi e stare al passo coi tempi, come dimostrato più volte nel corso delle numerosissime indagini. 

Questo passo compiuto da una parte della politica (forse inconsueto, se è lecito dirlo) sembra essere uno dei primi verso il ritrovamento di una purezza e di una dignità perdute un po’ ovunque. Certo è che le polemiche e le perplessità non mancano. E giungono da grandi magistrati impegnati in prima linea, come Raffaele Cantone. Polemiche che si concentrano proprio su  quel “consapevolmente”, che fa sì che i magistrati debbano dimostrare che lo scambio sia avvenuto con piena consapevolezza. Poi, un’altra perplessità risiede nel termine “procacciare”, che sostituisce la promessa che meglio identificava il momento in cui avviene lo scambio. Polemiche anche sull’entità della pena, ridotta da 12 a 10 anni, che comporta rischi di prescrizione di importanti processi in corso, tra i quali spicca quello dell’ex (?) leader del Pdl in Campania, Cosentino.

Insomma, rimangono dubbi e perplessità su una riforma di un articolo importantissimo del codice penale, che se ben orchestrata potrebbe dare strumenti nuovi e più efficaci alla magistratura per colpire lo scambio politico-mafioso. Certo che se i dubbi espressi da coloro che si oppongono si rivelassero concreti, questa buona notizia si trasformerebbe nella ennesima beffa. In una nuova vergogna italiana. Attendiamo di capire.

Giovambattista Dato -ilmegafono.org