Incredibile, ma vero. La discarica di Malagrotta, l’unica di Roma, rimarrà operativa fino a settembre nonostante sia più che satura da oltre un anno. A pochi giorni dalla data di chiusura, prevista per il primo luglio scorso, il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha firmato un decreto che concede una nuova proroga.  Il 10 aprile di quest’anno la discarica era stata chiusa “definitivamente” a tutti i rifiuti non trattati e fino al primo luglio dovevano esservi conferiti solo quelli provenienti dagli impianti di trattamento meccanico biologico (Tmb) Malagrotta 2. La data di chiusura “improrogabile” della discarica è stata invece rinviata per l’ennesima volta in attesa della ricerca di un nuovo sito, mentre la situazione dei rifiuti a Roma rimane stazionaria.

La raccolta differenziata nella Capitale è attualmente al 30 per cento, come ha confermato lo stesso assessore all’Ambiente capitolino, Estella Marino, in una recente intervista. La Marino ha proposto diverse iniziative per migliorare la gestione dei rifiuti a Roma e ridurre il carico di rifiuti destinati alle discariche, promettendo anche il raggiungimento di obiettivi utopistici, come l’estensione del porta a porta a tutta la città. Il problema però è nell’immediato. A Roma esiste ormai da mesi un’emergenza che va arginata il prima possibile per evitare che la città più visitata al mondo deperisca nel degrado.

L’azienda locale che si occupa della gestione dei rifiuti, Ama, ha elaborato un piano che, pur se con alcune lacune, potrebbe essere applicato e dare qualche risultato. Il progetto prevede la suddivisione della città in zone, evidenziando le criticità differenti, e stabilisce due metodi per la raccolta dei rifiuti: il porta a porta e una raccolta su strada riorganizzata in base alle caratteristiche dei quartieri. Il passaggio dalla teoria alla pratica, però, è stato sempre molto complicato. In molti quartieri, infatti, l’Ama ha depositato per la strada nuovi cassonetti, spesso inadatti alle caratteristiche del luogo (perché troppo grandi o troppo piccoli) e per di più senza fornire ai cittadini le istruzioni e le conoscenze necessarie per “riempirli” in modo appropriato.

Il risultato è che la discarica di Malagrotta, nonostante tutti i problemi ormai noti, rimane aperta. Intanto, il suo proprietario, l’86enne Manlio Cerroni, attende la sentenza per l’accusa di  di aver fornito dati falsi sul gassificatore allestito nell’area di Malagrotta, a ridosso della strada che attraversa la valle Galeria e del corso d’acqua omonimo, uno dei più inquinati d’Italia.

G. L. -ilmegafono.org