Dalla “rivoluzione culturale”nella gestione dei rifiuti al recupero delle aree verdi della Capitale: il programma in materia di ambiente del neoeletto sindaco di Roma, Ignazio Marino, è molto vasto e ambizioso.  L’obiettivo del nuovo primo cittadino, chirurgo genovese trapiantato a Roma, è proprio quello di “rivoluzionare” la gestione della politica ambientale per stare al passo con il resto dell’Europa. Negli ultimi anni, Roma è rimasta indietro rispetto alle maggiori capitali europee sia sul piano della raccolta differenziata che su quello della lotta all’inquinamento e della valorizzazione delle aree verdi. Marino promette quindi “importanti cambiamenti” e fissa obiettivi precisi durante il suo mandato quinquennale.

“Dobbiamo arrivare al 50% di raccolta differenziata entro il 2014 e al 65% entro il 2016, per superare la dipendenza dal sistema delle discariche”, scrive il sindaco nel suo programma pubblicato online, promettendo l’eliminazione di “megadiscariche” come Malagrotta. L’intenzione è quella di utilizzare “piccoli impianti di servizio per smaltire gli scarti della raccolta differenziata”, riqualificare la Valle Galeria (dove sorge l’impianto di Malagrotta), promuovere la raccolta porta a porta e risanare l’Ama, l’azienda municipalizzata per la gestione dei rifiuti.

Una seconda “linea di azione” in materia di ambiente riguarda il verde nei quartieri: Marino vuole lanciare “microinterventi” per rendere Roma più verde, valorizzare i suoi parchi pubblici e recuperare le aree verdi abbandonate. Anche per questo servono però investimenti e quindi risorse che il sindaco dovrà trovare. Il neoeletto Marino propone la creazione di “orti metropolitani”, un’idea affascinante che è già stata sperimentata in altre capitali europee.

Per realizzarla però “Roma Capitale dovrà attrezzare adeguatamente i luoghi almeno per quanto riguarda la superficie coltivabile, la  recinzione dell’area, gli allacci dell’acqua e dell’elettricità”, come si legge nel programma della nuova giunta comunale che propone di indire un bando “per singoli cittadini, associazioni, gruppi organizzati, cooperative o comitati di quartiere” interessati, sia “per mera liberalità che a titolo di sponsorizzazione”, a prendersi cura degli spazi  urbani. Marino vuole anche piantare ben “duemila ettari di bosco, da regalare alla città e al mondo. Non è un sogno – scrive nel programma – ma lo possiamo realizzare usando le aree del demanio comunale nell’agro romano”.

Altro provvedimento degno di attenzione che il sindaco intende adottare è la depurazione delle acque. “Attraverso Acea S.p.A. (ex azienda municipalizzata per la gestione della rete idrica ed energetica) occorre intraprendere un programma straordinario di investimenti nei depuratori per  rendere ‘buona’ ed ecologica la qualità delle acque dei due principali fiumi di Roma: il Tevere  e l’Aniene e, per questa via, del mare del Lazio”, continua il programma, proponendo inoltre un piano di valorizzazione delle attività che si possono realizzare lungo il corso del fiume Tevere. “Attività naturalistiche, culturali e sportive,  nel pieno rispetto dei punti nei quali il fiume attraversa il centro abitato”.

Sono tutti obiettivi “interessanti e  condivisibili”, ma di non facile realizzazione per un Comune che in questo momento non naviga certo in buone acque. Secondo l’agenzia “Fitch”, il Campidoglio si avvia a chiudere il 2013 con uno sbilancio di parte corrente, ossia un disavanzo tra spese e entrate, di quasi 200 milioni, una cifra preoccupante che spinge l’agenzia di rating a consigliare al Comune “misure correttive” per evitare il commissariamento. Fitch aggiunge che il debito “complessivo” previsto per fine 2013 è di 1,2 miliardi di euro, un dato ancora più preoccupante con cui Marino dovrà sicuramente “fare i conti”, soprattutto nella gestione dei nuovi e tanto attesi “investimenti per la salute e l’ambiente”.

G.L. -ilmegafono.org