Il percorso energetico da seguire, di qui ai prossimi decenni, è decisamente rinnovabile, sull’esempio di paesi che ne hanno fatto la principale fonte di rifornimento. Tanto da ritrovarsi nella situazione di eccedenza “rinnovabile”. È quanto accade in Belgio, nel cuore dell’Europa unita, che entro il 2017 dovrebbe dar vita a un progetto innovativo e ambizioso volto al riutilizzo del surplus energetico prodotto dalle centrali eoliche.

A circa tre km dalla costa, nelle acque antistanti la città di Wenduine, sorgerà un atollo artificiale ad anello, costituito da sponde sabbiose e un bacino interno profondo trenta metri, circa venti metri in più del livello delle acque circostanti. 

Il sistema di stoccaggio dell’energia eolica in eccesso seguirà il modello delle centrali idroelettriche: una volta accumulata energia, questa sarà sfruttata per far defluire l’acqua del bacino interno, favorita dal dislivello tra la profondità naturale e quella artificiale. Il vantaggio dell’isola sta nella riproduzione, generata anche dal mare, dei due bacini di deflusso tipici dei sistemi completamente creati dall’uomo.

Del resto, anche il ministro belga dell’Economia Johan Vande Lanotte assicura piena compatibilità tra ecosistema e industria energetica, connubio che garantisce rifornimenti efficienti e a impatto ridotto, anche dal punto di vista acustico: la lontananza dell’atollo farà in modo che i rumori prodotti dalle turbine non arrechino danni alla popolazione.

L’isola, unica al mondo, sarà in grado di produrre una potenza elettrica tra i trecento e i seicentocinquanta Mwh, accelerando l’abbandono al nucleare entro il 2020, come previsto dai protocolli europei: le ultime centrali dovrebbero essere chiuse nel 2025.

Il Belgio da adesso inizia una nuova sfida che vedrà protagoniste le fonti energetiche rinnovabili, tra le quali spicca l’eolico. Attualmente sono due i parchi eolici in funzione e nei prossimi anni ne saranno costruiti altri cinque, per un totale di 2200 Mwh, quantità tale da coprire il 50% circa del fabbisogno elettrico interno. E qualora il paese si trovasse in allarme energetico, basterà rivolgere lo sguardo verso il mare, ci penserà l’atollo a largo di Wenduine a risolvere il problema.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org