Salve a tutti, oggi vorrei parlarvi di una interessantissima iniziativa che dovrebbe portare finalmente alla luce tutti i beni posseduti all’interno delle diocesi italiane. Il progetto, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana e realizzata dall’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Segreteria Generale della CEI, in ottemperanza con l’intesa firmata tra Stato e Chiesa nel 2005, mira al concepimento di un’enorme banca dati che racchiuda tutti i beni culturali ecclesiastici. Pare che le diocesi italiane, da anni, stiano portando avanti un impegnativo lavoro di rilevamento del patrimonio storico e artistico dei beni suddetti, che oggi sono impegnate telemeticamente a gestire  attraverso una faticosa attività redazionale di inserimento e aggiornamento dei dati negli inventari.

Un’iniziativa positiva perché mette per la prima volta in luce un patrimonio sommerso che potrà essere studiato e fruito e non solo conservato in un polveroso cassetto o in uno squallido museo diocesano. Per il momento, solo 3.452.793 beni alimentano il portale e, per quanto il numero sembri enorme, si tratta solo di una piccolissima parte dei beni realmente conservati nelle diocesi. La banca dati è suddivisa tra diocesi che hanno concluso il rilevamento del patrimonio sul territorio e quelle il cui rilevamento è ancora in corso.

Così, quando andiamo a fare una ricerca per diocesi ci accorgiamo che, ad esempio, in Sicilia la maggior parte sono ancora “in corso di rilevamento” e quindi inaccessibili. Se poi facciamo la ricerca per autore e cerchiamo ad esempio Michelangelo Merisi da Caravaggio otteniamo un solo risultato: “L’incredulità di San Tommaso”, copia da Caravaggio. Se clicchiamo sull’immagine scopriamo qualche dato storico come il secolo in cui è stata prodotta (il XVII); inoltre, veniamo a conoscenza del fatto che il quadro è di proprietà della diocesi di Bergamo e che è possibile contattarla per avere ulteriori informazioni o per prendere un rendez-vous per vedere la copia ed evitare di andare a Potsdam a vedere l’originale.

Interessante, ma… dove sono i quadri che la diocesi di Roma, come buon esempio, avrebbe dovuto mettere online subito, per dar rilievo ad una banca dati altrimenti poco attraente? E mi riferisco alle tele conservate, ad esempio, in San Luigi dei Francesi o in Santa Maria del Popolo, per voler parlare solo di Caravaggio e della diocesi di Roma. Dunque, no comment!

Nella speranza che questo sito possa divenire un vero strumento di tutela e di fruizione dei beni storico-artistici di proprietà della chiesa cattolica esortiamo monsignor Crociata, suo promotore, a insistere seriamente nella costituzione di questa enorme banca dati che potrebbe divenire, se ben gestita, un utile strumento di lavoro.

BeWeb il primo portale trasversale dei beni culturali ecclesiastici.

http://www.chiesacattolica.it/beweb/UI/page.jsp?action=home.

Angelo De Grande -ilmegafono.org