La Conferenza Onu per il clima apertasi a fine novembre a Durban (Sudafrica) sembrerebbe l’ennesimo tentativo malriuscito per salvare le sorti del clima mondiale. Tardano infatti ad arrivare decisioni concrete, mentre si fa sempre più vicina la scadenza dei limiti stabiliti dal protocollo di Kyoto, fissata per il 2012. Praticamente tra meno di un mese. Abbiamo solo un anno di tempo per portare a termine la missione e l’impresa si presenta alquanto difficile. L’unico dato certo è che la prossima conferenza sul clima si terrà in Qatar dal 26 novembre al 7 dicembre 2012. E il problema è soltanto rimandato.

La scelta per la prossima conferenza è ricaduta sul Qatar proprio perché è il paese che emette più CO2 pro capite. Una scelta approvata anche dai paesi asiatici, tra i quali figurano alcune tra le future grandi potenze mondiali. Nel frattempo, i paesi del centro-sud America, mostrano la loro preoccupazione per la mancanza di un dopo Kyoto: è necessario trovare un nuovo accordo per il clima e per le emissioni di CO2 entro il 2020, dati i continui e sonori campanelli d’allarme che ci sta lanciando l’ambiente.

Le statistiche parlano chiaro: tra il 1990 e il 2009 le emissioni serra sono cresciute del 38%, ma il numero dei paesi pronti a sottoscrivere nuovi accordi tende e diminuire. Colpa anche della crisi mondiale, che ha fatto slittare in secondo piano ogni altro tipo di problema al di fuori di quello economico. Del resto, potenze come Russia, Canada e Giappone hanno già reso noto che non intendono firmare alcun accordo per il 2013, mentre più volte gli Stati Uniti sono stati al centro di aspre polemiche per non aver mai effettivamente firmato accordi per il clima.

L’Unione Europea, invece, è sempre stata in prima linea per la riduzione delle emissioni serra: gli stati membri hanno rispettato gli accordi di Kyoto e ritengono che, se si dimezzeranno le emissioni rispetto al 1990, si potrà arginare l’aumento di 2 gradi della temperatura globale previsto per il 2050. Un aumento di temperatura che avrebbe portato a conseguenze catastrofiche. La Conferenza di Durban era stata presentata come “l’ultima spiaggia” per salvare il clima, o comunque poteva rappresentare una sorta di apertura a un periodo di transizione tra il 2012 e il 2020 per raggiungere accordi più ampi e coinvolgere più paesi. Questa ultima spiaggia sarà destinata a trasferirsi in Qatar. A giudicare dal clima e dai mutamenti in atto, però, l’ultima spiaggia andava ricercata già a Kyoto.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org