In questi ultimi mesi non si è fatto altro che parlare di minacce a magistrati o giornalisti, della pesante presenza di elementi mafiosi nella politica (e quindi di una corruzione sempre più preoccupante), o di una situazione, in generale, che peggiora col passare del tempo, una situazione alla quale non si riesce ancora a trovare una soluzione adatta e definitiva. Insomma, il “triste” lavoro di chi scrive il vero e lo racconta alla gente che vuole sapere e che vuole leggere, consiste, spesso, nel render noto fatti sempre più degradanti, nel palesare una rovinosa degenerazione della società. Ad esempio: l′omertà di un paesino nel casertano, l′omicidio di un imprenditore onesto nel cosentino, oppure il ritorno del figlio di Riina in quel di Corleone. Insomma, sembra quasi di trovarsi in un tunnel senza uscita, un tunnel oscuro e dal quale non si può scappare. Ebbene, fortunatamente, capita a volte che dal tunnel si riesca ad uscire, a sconfiggere l′omertà, la paura e la vergogna.

È il caso di Castel Volturno, celebre cittadina famosa per alcuni dei boss più importanti della camorra, dove, dopo due anni di duro lavoro, si è inaugurato il caseificio della legalità, frutto di un progetto importante finanziato dalla “Fondazione per il Sud” e realizzato da Libera. Il progetto, dal nome “La mozzarella della legalità”, è l′ennesima dimostrazione di come sia possibile combattere la mafia non solo con armi giuridiche, ma soprattutto sociali e quindi concrete. Dal prossimo novembre, infatti, il caseificio, costruito su un terreno confiscato al boss dei Casalesi, Michele Zaza, sarà in funzione e lì si produrranno prodotti alimentari a base di latte, tra cui la prelibata mozzarella campana, a conclusione di una battaglia sociale che si è conclusa a favore della cittadinanza onesta e della giustizia. Certo, non ci troviamo dinnanzi al primo caso di terreno confiscato alla mafia, ma nella terra dell′indimenticato Don Peppe Diana tutto ciò assume un valore ancor più importante e ancor più determinante.

A novembre, quindi, si concluderà un percorso che ha avuto inizio nel 2009, anno in cui nacque l′idea di costruire un′impresa su un terreno di mafia destinato alla gente con svantaggi sociali e che necessitava di aiuti. Per questo si tratta di una vittoria doppia, ancora più importante e significativa: non solo una vittoria nei confronti della mafia, ma anche nei confronti della disuguaglianza sociale, delle problematiche della vita. È per questo, infine, che si è deciso di affidare ai ragazzi che vivono in quartieri difficili il compito di portare in alto il nome della legalità, di gestire, in qualche modo, la stessa impresa. Affinché ogni prodotto abbia il sapore genuino della legalità, della giustizia. Affinché anche la gente capisca cosa significhi lavorare per il bene, per il giusto. Cosa significhi combattere la mafia e vincere, in certi casi. Perché sconfiggere questo male non è solo una questione di arresti o di investigazioni.

Sconfiggere la piovra vuol dire farlo sul piano sociale e popolare. È il popolo che deve ribellarsi, prima d′ogni cosa. Ecco perché il lavoro di Libera e di tutte le associazioni che collaborano con essa assume un′importanza enorme. Perché creare e diffondere legalità in un terreno precedentemente in mano ai boss vuol dire infliggere un colpo basso alla camorra, al clan dei casalesi. Se lo Stato, quindi, a volte sembra lontano, ecco che sorge la necessità, da parte dei cittadini, di farsi avanti, di costruire. L′esempio dei ragazzi di Libera e di Castel Volturno non deve restare inascoltato, non può essere abbandonato al suo difficile futuro.

Dovremmo fare in modo che più caseifici vengano costruiti su territori mafiosi, che più giustizia prenda il posto di una criminalità sempre in crescendo. Come ha detto lo stesso Don Luigi Ciotti, in occasione della inaugurazione, “bisogna restare uniti altrimenti si continua a fare il gioco dei mafiosi come si è fatto negli ultimi 150 anni”. Ebbene, speriamo allora che la politica colga al volo questo messaggio di speranza, affinché gli sforzi non siano vani e non vengano dimenticati. Intanto, però, godiamoci la splendida vittoria dei ragazzi di Castel Volturno.

Giovambattista Dato – ilmegafono.org