Quando si tenta un furto clamoroso e non riesce, per un ladro saggio l’unica mossa possibile sarebbe quella di dileguarsi e di non ritentare, almeno per un po’ di tempo. Se il furto poi riguarda la storia e la memoria di un Paese e, nello specifico, una delle sue pagine più controverse, dolorose e vergognose, allora l’autore del tentato delitto farebbe bene a non farsi più vedere in giro. Quello che sta accadendo, invece, è l’esatto contrario: è la reiterazione stolta, irritante, offensiva e volgare di quello che non è un furto, ma peggio un delitto. In Italia, infatti, in un clima di pericoloso revisionismo storico, intensificatosi nei primi anni del nuovo millennio, grazie anche all’avvento al potere (nel 2001) di una robusta maggioranza di centrodestra, che al suo interno aveva una forte componente degli eredi del Msi, si prova troppo spesso a ribaltare la storia, o, più esattamente, ad “equipararne” i protagonisti.

Così dopo il tentativo del 2005 e quello successivo dell’anno scorso di equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani e ai caduti per la libertà, per fortuna entrambi falliti, per l’ennesima volta questa cricca di ignoranti che governa il Paese sceglie di oltraggiare la storia della Repubblica di cui fanno parte e da cui ricevono il denaro e i privilegi per spassarsela tra salotti, garconniere ed altro. Alcuni integerrimi rappresentanti trentini del Pdl al Senato hanno infatti deciso di organizzare una crociera sul lago di Garda per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Tappa fondamentale di questa gita sarà Salò (1 ottobre ore 15), dove è stato invitato anche il segretario Angelino Alfano. Una visita ad un luogo che gli organizzatori reputano importante nella storia d’Italia e del suo percorso unitario.

Non una semplice passeggiata per la città, ma anche la visita al centro documentale della Repubblica Sociale Italiana. Una scelta simbolica, provocatoria, irritante. Cosa c’entra Salò, simbolo di una oltraggiosa lotta contro la Resistenza e contro la nascita della democrazia italiana, con l’Unità d’Italia? I repubblichini hanno combattuto contro l’Italia e al fianco dell’occupante nazista. Si sono macchiati di torture, hanno partecipato agli eccidi nazisti, hanno cercato di impedire l’avvento della libertà nel nostro Paese.

Al di là delle letture storiche, dei ragionamenti sulla consapevolezza e sulla reale consistenza delle idee che portarono molti ragazzini di allora a combattere per la Rsi, sulla pietà che si riserva a molti dei quali furono vittime di ideali drogati, il tentativo costante di mettere sullo stesso livello, sia attraverso i disegni di legge sia attraverso le scelte simboliche, chi ha combattuto contro la propria patria e chi è morto per renderla libera è inaccettabile. Ed è vergognoso che ancora oggi si continui a “purificare” quella che rimane una delle peggiori macchie della storia italiana nella seconda guerra mondiale.

Evidentemente, dentro il Pdl, di fronte allo sfaldamento della propria piramide di potere, che comincia a creparsi sia alla base che al vertice, qualcuno ha pensato di ritirarsi a Salò, magari chissà per preparare una strategia alternativa, nel caso di caduta del proprio Duce. La speranza è che Salò, oggi come allora, decreti il fallimento definitivo di chi vorrebbe sequestrare le istituzioni e privarle della loro natura democratica. Certo è che, tra i luoghi da scegliere per una gita celebrativa (e al contempo organizzativa e politica), Salò non è proprio beneaugurante per il Pdl, considerati i tempi. Ma di sicuro piazzale Loreto, a Milano, sarebbe stato peggio.

Massimiliano Perna –ilmegafono.org