Il successo di Giuliano Pisapia, candidato del centrosinistra alle elezioni comunali di Milano, lunedì scorso, è stato una bellissima sorpresa per chi credeva che ancora Silvio Berlusconi avesse presa sugli italiani. Il presidente del Consiglio si era impegnato in prima persona nella campagna elettorale di Milano: ci aveva messo la faccia, convinto di vincere. Ma non è stato così. Giuliano Pisapia, candidato sostenuto da Nichi Vendola, leader di Sinistra, Ecologia e Libertà, ha ottenuto il 48,11% dei consensi, contro il 41,55% del sindaco uscente del Popolo della Libertà, Letizia Moratti. Berlusconi ha subito quindi un duro colpo e non solo lui. In tutto il paese è stato sconfitto il centrodestra. Nel voto aggregato nazionale, il Pdl ha perso tra i 2 e i 3 punti percentuali, ed è andata ancora peggio alla Lega Nord, che ha perso anche nei comuni in cui aveva presentato candidati indipendenti.

A Torino, il centrodestra è stato spazzato via da Piero Fassino, candidato autorevole del Partito Democratico eletto al primo turno; un risultato sul quale ha pesato anche la bravura del sindaco uscente, Sergio Chiamparino. Il Pd, tuttavia, a livello nazionale, non ha ottenuto gli esiti sperati. Si è collocato infatti al di sotto del 27%  e a Bologna, il candidato Democratico Virginio Merola ha vinto sì al primo turno, ma per solo 500 voti , con il suo partito che nella città “rossa” ha perso  tra il 3 ed il 4%. Ma è a Napoli che le contraddizioni della forza politica di centrosinistra sono emerse più nettamente. Nel capoluogo partenopeo il Pd non ha piazzato il suo candidato, Mario Morcone, nemmeno al ballottaggio e i suoi consensi si sono dimezzati, tutto questo a favore di partiti minori come l’Italia dei Valori, rappresentata dall’ex magistrato Luigi de Magistris (il quale andrà al secondo turno con il rivale del Pdl, Gianni Lettieri).

Ed è proprio sui partiti minori che molti elettori hanno puntato nelle consultazioni di domenica: il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo (che peraltro non è nemmeno rappresentato in parlamento) ha ottenuto importanti successi in tutto il paese. Sembra quindi che la “vecchia politica”, quella clientelare e populista berlusconiana così come quella inconcludente del Pd, si stia avviando sul viale del tramonto. Molti di noi ora sperano in un grande cambiamento. Sperano che queste elezioni amministrative del 2011 siano un punto di svolta nella politica italiana e che possano in qualche modo restituirle un po’ di dignità. Ma c’è ancora molta strada da fare. Se infatti il centrodestra sembra ormai sconfitto, il centrosinistra non offre ancora una prospettiva percorribile perché diviso e sconclusionato.

Insomma, nonostante sia chiaro che i cittadini chiedono a gran voce una “nuova politica”, fatta di persone responsabili, affidabili e oneste, manca un’alternativa di governo su cui scommettere. Ci auguriamo però che i risultati locali , che in ogni caso hanno penalizzato maggiormente il centrodestra e il populismo berlusconiano e della Lega Nord, possano essere un monito. Un’esortazione al rinnovamento e a un’intesa delle diverse anime della sinistra su un programma “moderno ed europeo”. È arrivato il momento per il centrosinistra e per tutte le forze che lo compongono (Pd, Idv e Sel in prima linea) di proporre ai cittadini una vera alternativa modernizzatrice, basata su riforme chiare e concrete, sul rilancio della politica ambientale e dei diritti umani e della ricerca scientifica come motore di sviluppo. Sarebbe un peccato per il centrosinistra lasciarsi sfuggire l’enorme opportunità che gli elettori italiani le stanno offrendo.

G.L. -ilmegafono.org