“Il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un’artista”. Così cantava Caparezza in Il secondo secondo me, ma sembra essersi ricreduto. Esce infatti “Il mio sogno eretico”, ultimo lavoro del rapper di Molfetta. Ma forse la definizione sta un po’ troppo stretta a Caparezza. Ha saputo andare oltre il rap, pur mantenendone lo stile e le rime cattive. Diversamente da Fibra e Club Dogo è riuscito a staccarsi da un’etichetta sin troppo facile da appioppare. Lo conferma con questo nuovo cd. Soprattutto nelle sonorità sensibilmente diverse da quelle cui ci aveva abituati. Merito della collaborazione di Tony Hadley. Un misto di elettronica più esplicita con passaggi classici e irriverenti. Quella dell’ironia e del sarcasmo forse è la cifra del lavoro di Capa. Uno che con le parole ci sa giocare alla grande.

In Chi se ne frega della musica propone una specie di manifesto intellettuale:  “E chi se ne frega della musica, di tutti questi libri sulla musica, di tutte le interviste, di tutte le riviste di tutti gli arrivisti, gli arrivisti, gli arrivisti. Sì, ma chi se ne frega della musica ora che tutti parlano di musica, di tutti i mercenari della musica in queste trasmissioni sulla musica”. Capa sembra prendersela con chi usa l’arte per avere i famosi 15 minuti di celebrità e si vende per qualche minuto nei talent facendo perdere di qualità tutto il genere. Più dissacrante è Il dito medio di Galileo, in cui se la prende con i moralisti di oggi a favore del primo scienziato rivoluzionario.

In tempi in cui la cultura è messa alla berlina dagli ignoranti, sembra ancor più significativo questo richiamo al genio pisano. Sarcastico il parallelismo: “Tu vivrai Galileo, come quel galileo messo in croce prima di te”. In Sono il tuo sogno eretico fa un salto indietro di qualche anno prima in compagnia di altri 3 grandi eretici come Giovanna D’Arco, Savonarola, Giordano Bruno. Poi lo sfogo di Cose che non capisco, intervista simulata a un eretico di questi giorni che rinuncia anche al denaro pubblico per salvare la propria azienda. L’Italia in questo cd è malinconia. Goodbye Malinconia potrebbe essere l’inno di tanti che se ne vanno.

Canta infatti Caparezza: “E pensare che per pagare le spese bastava un diploma, non fare le star o l’icona né buttarsi in politica con i curricula presi da Staller Ilona (..) E chi vuol rimanere come fa, che ha le mani, le mani legate come Andromeda?”. Questo potrebbe essere il cd della maturità artistica di Caparezza. Musica ricercata e diversificata, sperimentata e studiata. I testi non perdono la consueta profondità ma diventano più sottili. Per i fan della prima ora sarà difficile apprezzarlo al primo ascolto, meglio rimandare indietro il cd e riascoltarlo, che non costa neppure troppo e comprarlo vale davvero la pena. Ci scusiamo per il messaggio pubblicitario, ma è meritato. Buon ascolto.

Penna Bianca –ilmegafono.org