Nato il 22 dicembre 1960 a Brooklyn e morto il 12 agosto 1988 a New York, Jean-Michel Basquiat è stato uno dei fenomeni del XX secolo. Fu il primo uomo di colore a essere quotato sulla scena artistica mondiale. Visse nei sobborghi di New York e riusci ad affermarsi sulla scena artistica, allora dominata dalla pop art, con caparbietà e un pò di fortuna, ma soprattutto con uno stile totalmente fuori dal comune. Grande consumatore di droghe di ogni tipo, il giovane Jean-Michel tra i 15 e i 18 anni vive tra strada, scuola e famiglia (borghese). Abita e decora con i suoi graffiti le vie di mezza New York con l′obiettivo di esaudire il suo sogno: diventare famoso.

Sembra infatti che, da piccolo, estasiato di fronte alla Guernica di Picasso, avesse giurato di diventare un artista. Saggiamente, la madre coltivò la sua curiosità iniziandolo alla pittura e fornendogli fonti di ispirazione e libri per studiare le proporzioni. Uno di questi testi sembra sia in parte responsabile del suo stile: Grays Anatomy of the Human Body, costituito per la gran parte di tavole anatomiche; un libro che la madre gli portò in ospedale quando, a otto anni, fu investito da un′automobile e fu costretto a restare un mese a letto.

Queste immagini sembra che non abbiano più abbandonato la sua fantasia influenzando la sua espressività. Jean-Michel Basquiat aveva fame di successo e si faceva notare con ogni mezzo. La mattina vendeva magliette e cartoline dipinte da lui e la sera scivolava a piedi nudi e con i vestiti macchiati di colore al Mudd Club, un locale di tendenza, simbolo della cultura punk anni ′80, allora frequentato da molte personalità ancora sconosciute al grande pubblico, come Madonna, Jim Jarmusch o David Byrne. Nei suoi graffiti si firmava SAMO (Same Old Shit), acronimo di “Sempre la Stessa Merda”, e con una corona che indicava il suo status di “re della strada”. Le sue opere si trovavano dappertutto in città: sui muri vicino alle grandi gallerie, accanto ai musei e nei quartieri dove vivevano gli artisti.

Il suo nome diveniva sempre più conosciuto e i suoi graffiti, specchio di una cultura underground violenta e anarchica, cominciavano a comparire sui giornali. Ma la svolta decisiva, il passaggio dal muro alla tela avviene grazie ad Andy Warhol che acquista tre delle sue cartoline e lo introduce al mondo dell′arte. L′incontro e la immediata collaborazione tra i due ha dato luce a un centinaio di opere. La sua visione dell′uomo, la sua arte scarnificata, chirurgica, mettono a nudo le vere fattezze dell′essere; le sue figure, come ombre, si stagliano sulla tela e animano la mente dell′osservatore: piatte e tremolanti, sono spettri vibranti di emozione e di paure, spesso stigmatizzate da frasi filosofiche e magiche a volte enigmatiche.

Questi sono i protagonisti delle 1000 tele e dei 1300 disegni che compongono la sua vastissima produzione. Di queste realizzazioni, 160 cercheranno di offrire un quadro completo dell′opera di Jean-Michel Basquiat al visitatore che si recherà al Museo d′Arte Moderna della città di Parigi. Questa mostra, organizzata per festeggiare il cinquantesimo anno dalla nascita dell′artista, si incentra sul periodo in cui collaborò col celebre Andy Warhol, tra il 1984 e il 1987, e sottolinea il forte legame della sua pittura con la cultura hip hop.

La più importante retrospettiva mai realizzata sull′artista di colore, a Parigi fino al 30 gennaio.

http://mam.paris.fr/fr/expositions/basquiat

Angelo De Grande -ilmegafono.org