Da studi internazionali pubblicati su importanti riviste scientifiche nei giorni scorsi arrivano una buona e una cattiva notizia per il nostro pianeta. Negli ultimi 12 anni lo strato di ozono nell’atmosfera sopra i due poli è aumentato: il “buco dell’ozono”, quindi, si è assottigliato. Secondo uno studio della Nasa, che ha divulgato i dati raccolti grazie alla strumentazione a bordo del satellite Aura (in orbita dal 2004), il buco dell’ozono nell’atmosfera si è ridotto di circa il 20% dal 2005. L’ozono agisce come un elemento essenziale nell’atmosfera, uno strato protettivo naturale ad alta quota che protegge dalle radiazioni ultraviolette dannose per l’uomo e le piante.

Secondo un altro studio internazionale, pubblicato sulle pagine della rivista “Atmospheric Chemistry and Physics”, tuttavia, lo strato di ozono sta invece aumentando nelle zone più popolate del pianeta, sulle grandi città alle basse e medie latitudini.

Ricercatori del Politecnico di Zurigo, dell’Imperial College di Londra e di altre istituzioni internazionali hanno scoperto che la concentrazione dell’ozono nella parte inferiore della stratosfera (fra i 15 e i 24 chilometri di altitudine) è diminuito progressivamente a latitudini comprese tra i 60° Sud e i 60° Nord. Se, però, la diminuzione dello strato di ozono sopra i due poli nei decenni precedenti era stata attribuita alla diffusione dei clorofluorocarburi (CFC, sostanze ampiamente usate fino agli anni Ottanta nei sistemi di refrigerazione e negli spray), per la situazione attuale le spiegazioni sono ancora poco chiare.

Gli autori dello studio ritengono che, alla base dell’attuale declino dell’ozono nelle zone più popolate, vi possano essere i cambiamenti climatici da un lato e, dall’altro, l’uso sempre più frequente di sostanze a vita molto breve (VSLS), che hanno origine sia naturale che industriale, contenenti cloro e bromo. Il buco attuale, secondo Joanna D. Haigh, coautrice dello studio europeo, è “molto meno pronunciato di quello scoperto negli anni Ottanta”, ma “il rischio di danni alle latitudini più basse, dove le radiazioni UV sono più intense e vive più gente, può essere più alto”.

G.L. -ilmegafono.org