Come avrete sicuramente sentito, la settimana scorsa è divampato un incendio alla Sacra di San Michele. È andato in cenere parte del tetto, ma sembra che non ci siano rischi per il patrimonio artistico in essa conservato. Un bel sospiro di sollievo. Ne approfittiamo allora per parlare, con maggiore serenità, di questo bene prezioso.

Il monte Pirchiriano, su cui sorge questa abbazia, è un massiccio roccioso di quasi 1000 metri che sovrasta la Val di Susa. La posizione strategica e alcune evidenze archeologiche confermano che il luogo fu utilizzato sin dall’epoca romana. A partire dal X secolo vi si insediarono i monaci benedettini che vi costruirono questo imponente castello sacro. Il primo nucleo d’insediamento dei monaci benedettini è rappresentato dal cosiddetto Sepolcro dei Monaci. Si tratta dei ruderi di un “tempietto” ottagonale ispirato dalle forme delle architetture presenti in Terra Santa, come la cupola della Roccia o la chiesa del Santo Sepolcro.

L’architettura romanica e poi gotica che caratterizza questo complesso cala il visitatore in un’atmosfera intima e cupa, tipica delle costruzioni medievali. Non è un caso che qui Umberto Eco ambientò idealmente il suo romanzo più famoso, “Il nome della rosa”. Lo scalone dei Morti e il portale dello Zodiaco accompagnano il visitatore fino al santuario. La ripidissima scala passa sotto il pavimento della chiesa sovrastante, sostenuto da un pilastro di circa 18 metri. Questo andito ospitava le tombe degli uomini illustri legati al monastero.

Alla sommità dello scalone si attraversa il cosiddetto portale dello Zodiaco sul quale sono scolpiti i 12 segni zodiacali e le costellazioni australi e boreali. Il maestro Nicolao, che lo realizzò, mise a disposizione dei monaci un vero e proprio calendario. Gli stupendi capitelli figurativi meritano di essere osservati con attenzione per comprendere le storie che raccontano (Caino e Abele, le avventure di Sansone). La chiesa romanica, modificata nei secoli successivi, risale al 1148. Per intenderci siamo negli stessi anni in cui vennero costruiti la Torre di Pisa, il Duomo di Monreale o la chiesa di Sant’Ambrogio a Milano.

Oltre ai 139 splendidi capitelli che ornano l’interno di questa chiesa, il visitatore potrà ammirare anche opere pittoriche molto interessanti (come il trittico di Defendente Ferrari). Curioso trovare all’interno della navata della chiesa, 15 cm di roccia, la cima del monte Pirchiriano, definito dal padre rosminiano Clemente Rebora “culmine vertiginosamente santo”. In questa chiesa sono conservate le tombe di alcuni membri di Casa Savoia traslate da Torino nel XIX secolo.

Questo santuario è collegato ad altri due complessi religiosi, quello del Mont-Saint-Michel, al nord della Francia, e Monte Sant’Angelo, in Puglia. La Sacra è un monumento simbolo del Piemonte e dell’Italia intera, uno degli ultimi luoghi riconoscibili correndo in TGV verso la Francia, una roccaforte di confine che catapulta indietro di mille anni il fortunato visitatore.

Angelo De Grande -ilmegafono.org