Castelvetrano è un comune siciliano in provincia di Trapani. Un comune italiano di provincia, con la sua brava manciata di migliaia di abitanti e un patrimonio artistico inestimabile. Basti dire che proprio nel suo territorio si trova l’antica città greca di Selinunte, il parco archeologico più grande d’Europa. Castelvetrano purtroppo è divenuta tristemente nota, suo malgrado, per aver dato i natali all’ultimo boss “da copertina” della mafia siciliana, il latitante Matteo Messina Denaro.

Questo comune trapanese, negli ultimi giorni, è salito alla ribalta della cronaca per un fatto molto singolare: il giornale “Repubblica” (leggi qui) e altri quotidiani hanno riportato le dichiarazioni  del presidente della commissione straordinaria del Comune che, ricordiamolo, lo scorso anno è stato sciolto per mafia. Il commissario ha parlato apertamente di situazione di evasione legalizzata, soprattutto in relazione al fatto che lo sforzo per rientrare nei propri crediti è stato negli anni irrisorio. Le cifre sono impressionanti. La mancata riscossione negli ultimi anni arriva al 65% e la lotta all’evasione concerne solo l’1,5% dei crediti non riscossi. Insomma, il Comune, sornione, non riusciva a rientrare dei crediti verso i propri cittadini.

Così descritta la situazione è abbastanza singolare. O un manipolo di creditori era così moroso da rappresentare da solo la totalità della mancata riscossione, oppure il sistema era pesantemente diffuso. Ci sarebbe stato da aspettarselo, forse, leggendo anche la relazione del ministro dell’Interno al Presidente della Repubblica proprio in merito allo scioglimento del Comune. Risulta che l’80% dei lavori pubblici, per fare un esempio, sono stati affidati direttamente. E non è neppure un caso che nello stesso documento si legga che «su tale situazione hanno pesantemente inciso la progressiva riduzione della capacità di riscossione delle entrate comunali e la quasi totale assenza di iniziative volte al contrasto dei fenomeni di evasione tributaria».

L’Andreotti del celebre film di Sorrentino direbbe che la situazione è un po’ più complicata di come sembra. E sicuramente sarà così. Sulla stessa linea di pensiero del personaggio cinematografico ci pare, infatti, si inserisca la dichiarazione dell’on. Pagano, commissario della Lega, coordinamento di Trapani: «[…] Ora arriva la commissione prefettizia e si accorge che,  per anni e anni, con diverse amministrazioni, non sono stati pagati i tributi comunali. Ma cosa è stato fatto per venire incontro a coloro che non hanno i soldi neppure per mangiare, considerata la povertà dilagante, figuriamoci per pagare i tributi comunali?».

Interessante anche un passaggio della dichiarazione di Luciano Perricone portavoce del movimento “Liberi e indipendenti”:  «Dunque, asserire che poco è stato fatto in questi 5 anni è davvero ingiusto. Occorre ricordare anche che per colpa della crisi economica e delle attività di repressione da parte degli inquirenti contro il fenomeno mafioso, molte attività a Castelvetrano sono andate fallite o hanno chiuso i battenti».

Meschini. Avevate pensato che si trattasse di illegalità? Avevate pensato forse che qualcuno potesse rispondere del fatto di aver lasciato andare in prescrizione multe e imposte? Allora siete ingenui e malpensanti! Si trattava solo ed evidentemente di un sussidio ai più deboli. Nell’assenza totale e assoluta di uno Stato taccagno, ingordo, farabutto e, pensate, persino riscossore di tributi, la piccola rivoluzione della Cuba del Mediterraneo si è compiuta. E a tutti quelli che parlano di illegalità sia tappata ancora la bocca, non sia mai possano gettare discredito su questa città…

PennaBianca -ilmegafono.org