L’amalgama sonoro di cui vi parliamo oggi è un concentrato di tanti stili, di energia e vitalità, un impasto che vi catturerà e che stordirà le vostre menti, alienandole nella sua mutevole atmosfera. È l’atmosfera musicale dei Distillerie Italiane, una giovane band le cui vibrazioni trovano come epicentro la stupenda Bologna. Il loro è un progetto giovane e valido, che si addentra in un genere molto interessante e che, soprattutto, lascia molto spazio alla fantasia compositiva.

Il genere trattato dai Distillerie Italiane ha un sapore rock che unisce le tradizioni del passato a quelle che guardano invece più al futuro. Il frutto della loro vena compositiva si può riassumere in quello che è il progressive rock, in cui si possono però percepire varie influenze, vicine a questo genere ma comunque decisamente differenti, partendo dai lontani anni ‘70 in cui Emerson Lake and Palmer insegnavano, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui la strada la dettano gruppi come Muse o Linkin Park. È un rock progressivo che si mischia dunque molto al new wave, al post-rock, ma soprattutto a quel concetto di psichedelica musicale che ha trovato moltissimo seguito alla fine degli anni ‘80.

Ed è proprio questo che ci è piaciuto molto dei Distillerie Italiane, ovvero il mix tra l’ambient psichedelico e il continuo cambiamento di ritmi tipico del progressive, che genera una sorta di stato di eccitazione nell’animo dell’ascoltatore, uno stato che poi viene mutato e trasformato repentinamente da un break improvviso ed inaspettato. Tutto questo è possibile trovarlo nella loro ultima produzione discografica, un album intitolato “Stato di grazia” e del quale abbiamo parlato proprio con loro durante il nostro classico appuntamento radiofonico “The Independence Play” (ascolta qui la puntata).

“Stato di grazia” è un album che riassume degnamente quanto espresso finora, un disco adatto non solo a chi è in cerca di un trip musicale in salsa rockettara, un insieme di tracce ricco e variegato, prodotto da un gruppo del quale si percepisce la volontà di far valere le proprie idee compositive e la voglia soprattutto di divertirsi attraverso della buona e sana musica.

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Stato di grazia”