Il gruppo di cui vi parliamo è quello dei Millantastorie, una giovane band nata solo nel 2015 che, nel napoletano, sta iniziando a farsi strada con uno stile che nei confini del nostro Paese rappresenta storicamente una delle tendenze sonore con più successo. Ascoltando le note di questi nostri musicisti, si colgono subito le influenze tipiche della canzone italiana anni ‘70 e ‘80, le abitudini compositive di quegli artisti che hanno segnato un’epoca e che continuano a scaldare gli animi anche oggi, come De Andrè, Guccini, De Gregori e così via.

La strumentazione dei Millantastorie genera per ritmi quella sorta di folk sobrio che sa molto di italiano, in cui la chitarra o il pianoforte, ad esempio, si sbizzarriscono in fugaci apparizioni, ricamando una sfumatura briosa, che sa anche di jazz o di classico, per poi lasciar posto alla voce che, come di consueto, si avvicina più ad una narrazione poetica che ad un semplice pensiero espresso con una certa intonazione.

I Millantastorie ovviamente prendono anche qualcosa dalle correnti musicali attuali, andando ad aggiungere alla classica canzone d’autore dei barlumi di rock e pop, come si può notare soprattutto nelle parti solistiche delle loro tracce. Per quanto riguarda appunto i loro brani ve ne proponiamo tre, ovvero quelli che compongono la loro nuova produzione discografica, intitolata “Prologo”.

Prologo è un album che racchiude tutta la musicalità dei Millantastorie, quella di cui vi abbiamo parlato finora e che vi abbiamo fatto ascoltare in anteprima nel corso dell’ultima puntata di “The Independence Play” sulla nostra radio.  Considerati anche il titolo e il minutaggio, questo è l’inizio di una storia musicale, l’alba del loro genere e del loro stile compositivo, è l’anteprima di un lavoro di più ampia durata, del quale rimaniamo in attesa per poter confermare il buon giudizio che già da questa produzione abbiamo potuto riscontrare.

Manuele Foti -ilmegafono.org

 

La copertina dell’album “Prologo”.