Giorni “di fuoco” in Sicilia. In questo caso non si tratta delle alte temperature che sono solite registrarsi in questo periodo dell’anno, ma delle fiamme che hanno praticamente invaso l’intera isola. Una situazione che sta diventando sempre più insostenibile, visto che le zone interessate non sono più solo le campagne, ma anche punti centrali delle città. I disagi ovviamente non sono stati pochi e in qualche occasione la gente è stata costretta a evacuare dalla propria abitazione per motivi di sicurezza. Le province maggiormente colpite sono state Messina, Palermo, Siracusa ed Enna, ma qualche rogo si è verificato anche nel catanese, come ad Acireale e Misterbianco.

Queste ultime settimane sono state devastanti: nel centro della Sicilia, un vasto incendio è divampato sopra la galleria Fortolese, sulla A19 Palermo-Catania, nei pressi dello svincolo per Enna. Il fuoco ha risalito il costone roccioso della cittadina di Calascibetta e si è propagato fino a raggiungere il cimitero di Enna, obbligando gli abitanti della vallata ad abbandonare le loro case e determinando la chiusura dell’autostrada A19 tra gli svincoli di Caltanissetta ed Enna in entrambi i sensi di marcia. L’autostrada è stata poi riaperta il giorno dopo.

Neanche il palermitano è stato risparmiato: incendi hanno messo in ginocchio le zone di contrada Costa Vuturo a Torretta e di Petralia Sottana e Soprana. Nel siracusano, invece, a bruciare sono stati oltre cento ettari boschivi, ricchi di preziosa flora e fauna, mandati in fumo da quattro giorni di incendi di probabile natura dolosa. “Un territorio straordinario, come la Riserva naturale orientata di Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande, ricca di una natura viva e pulsante, riconosciuta a livello internazionale con l’attestato Unesco, è andato letteralmente in fumo, distrutto, bruciato, morto! Qualcuno dovrà pagare per tutto questo”, è quanto si legge nella pagina Facebook dell’associazione ambientalista Sos Siracusa. Inoltre, gli incendi hanno devastato anche la Riserva Naturale Cavagrande del Cassibile, altro sito di interesse naturalistico.

“Più di 100 ettari bruciati finora – dichiara Vincenzo Parlato, sindaco di Sortino (Sr) riguardo a quanto accaduto alla vicina riserva di  Pantalica -. Non è un problema di vigili del fuoco e operai della Forestale, che si sono fatti in quattro, il problema è che la struttura particolare del sito avrebbe richiesto come unico soccorso quello dei mezzi aerei. Non avendo la Regione rinnovato la convenzione, gli unici canadair disponibili erano quelli della Protezione civile nazionale, con partenza da Civitavecchia”.

Ma la situazione più grave resta quella di Messina. Da poco più di una settimana, infatti, la fiamme non danno tregua alla città, coinvolgendo diversi punti sensibili. Tutta la zona nord di Messina è stata avvolta da una grande nube di fumo scaturita da un grosso incendio che, in pochi minuti, si è propagato sulle colline nella zona di Curcuraci, centro conosciuto di attività agricole; ma non è finita qua, perché nelle ore e nei giorni successivi altri roghi si sono sviluppati nel rione Annunziata, a San Michele e sui monti Peloritani, in contrada Baglio e nei rioni Minissale e San Filippo.

Gli episodi più spiacevoli però si sono verificati lunedì scorso quando, sin dal primo pomeriggio, un incendio spaventoso ha interessato tutta la zona dell’Annunziata, costringendo a sgomberare il polo universitario, cominciando dalla zona della facoltà di Veterinaria, che si trova più a monte, insieme a tantissime abitazioni dei dintorni. Come se non bastasse, un focolaio divampato su una collina a pochi metri da una galleria ha provocato addirittura un tamponamento non molto lontano dalla barriera della città di Messina, costringendo anche in questo caso la chiusura per qualche ora dell’A18 in tutte e due i sensi di marcia. Tirando le somme, si sono finora registrati oltre 15 incendi sulle colline intorno alla città.

A parlare di quest’ultimo caso ci ha pensato, durante la nostra trasmissione “Megafono Point”, un noto giornalista messinese, Placido Sturiale, che non ha risparmiato duri commenti verso coloro che potrebbero essere i potenziali responsabili di tali disastri: “Quest’anno – ha affermato – ho inquadrato il problema in un contesto diverso, paragonandolo alle bombe del 1993. Messina sta realizzando un nuovo piano regolatore generale così importante da essere segretato e discusso e votato in segreto. Questo non lascia modo ai mafiosi di comprendere quale può essere la loro area di azione futura. A questo si allegano un piano salva colline e un’ipotesi di parco dei Peloritani, che allontanerebbe decisamente i palazzinari da Messina”.

“Gli interessi sono davvero alti – continua Sturiale – e se non permetti loro di sapere dove intervenire e come muoversi nel territorio, la risposta è molto forte e lo stanno dimostrando con queste bombe di fuoco”.

Oltre ai danni ambientali, questa serie di incendi aumenta il rischio in una zona già gravemente segnata dal dissesto idrogeologico, con la situazione che diventa allarmante in vista della stagione autunnale e delle piogge. Le zone ormai arse dal fuoco, potrebbero diventare zone a rischio frane, mettendo in pericolo anche il centro abitato. “Sarebbe necessario un piano a lungo termine di prevenzione e un piano estivo di tutela – conclude il giornalista -. Quando parlo di piano estivo non faccio riferimento ai lavoratori stagionali della forestale, ma parlo di protezione civile e dei vigili del fuoco, che negli anni, nonostante la carenza di mezzi e risorse, hanno dimostrato di fare l’interesse della società”.

In questa terra flagellata dagli incendi, Giuseppe Musarra, segretario per la Sicilia del sindacato Conapo dei Vigili del fuoco, ha lanciato un nuovo appello alla Regione: “Nonostante la nostra regione sia flagellata dagli incendi e nonostante le nostre ripetute denunce, ad oggi non è stata ancora firmata nessuna convenzione tra Regione Sicilia e Vigili del fuoco per potenziare il servizio di spegnimento a terra, e i pompieri continuano la lotta impari contro il fuoco numericamente insufficienti. In Sicilia, è dal 2012 che stiamo chiedendo invano la convenzione e ogni anno puntualmente veniamo ignorati, mentre gli incendi dilagano e i siciliani piangono. Perseverare sarebbe diabolico”.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org