Eusebio Martinelli è un musicista di altissimo livello, un trombettista fenomenale che mastica musica sin da bambino e che a questo amore smisurato ha aggiunto la curiosità per il mondo, per i suoni provenienti da luoghi e culture differenti. La sua musica è un viaggio, un’avventura gitana fatta di contaminazione, esperienze, condivisione con altri musicisti, altre lingue, altri vissuti. Il tutto si traduce in una danza fatta di ispirazioni, allegria, voglia di vivere e suonare, cantare, ballare:  uno “spettacolo” portato avanti insieme alla sua Gipsy Orkestar, fondata nel 2010, e che oggi ci regala un nuovo album, il terzo, intitolato “Danze” e distribuito da Goodfellas.

Un album nel quale si alternano brani cantati e brani strumentali, uniti da un elemento comune, ossia la danza, il movimento che può nascere con qualsiasi nota. Danza che è vita, luce, essenza, universo. Martinelli sembra fare suo il pensiero di un mostro sacro come Miles Davis, che diceva: “Non suonare quello che c’è. Suona quello che non c’è”. Così, in un mondo buio e triste come quello attuale, lui è capace di scovare e suonare quella gioia necessaria ad accendere la festa.

Eusebio è un artista maiuscolo che ama condividere e che infatti, nella sua carriera, ha collaborato con tantissimi altri artisti, come Calexico, Modena City Ramblers, Negramaro, Mauro Pagani, Roy Paci e soprattutto Vinicio Capossela, che gli ha consentito di incontrare e suonare con musicisti di diverse nazionalità, soprattutto dell’area balcanica. Questa coralità la ritroviamo anche in “Danze”, album arricchito dalla maestria e dalla collaborazione di numerosi artisti, tra cui spiccano i musicisti dell’orchestra di Goran Bregovich e i Sud Sound System.

Nelle nove tracce di questo ultimo lavoro di Martinelli non importano i gusti, le età e le paure, quel che conta è danzare. In questo continuo fluire di incontri e movimento che è la vita, la musica diventa il mezzo migliore per esorcizzare le paure, per unirsi.

La tromba, incessante e imprevedibile, riesce a proporci sonorità sempre cangianti, diverse: dai ritmi balcanici della stupenda Polka Bukarest al folk di Lasagne e Sauvignon; dal jazz quasi circense di Minù (dove la tromba diventa un malinconico racconto di un innamorato e, insieme agli archi, riesce a stregarci l’anima), allo swing irresistibile di Ja Kuzzy e al raggamuffin di Fricula, arrangiata e cantata con i Sud Sound System.

Il tutto giocando con i colori e le differenze, mettendo insieme esperienze, incontri, ispirazioni improvvise e risate. Non importano la provenienza o la direzione, la danza diventa comunque un universo nel quale poter lasciar muovere le mani e i pensieri. Un luogo in cui mescolarsi e giocare diventa l’unico modo per vivere. Riuscitissimo anche il remake della soundtrack di “Kill Bill” (Balkan Bill), dove la tromba, indiavolata e mai banale, cattura e toglie il fiato.

“Danze” è dunque un bellissimo album, colorato e vivace, da ascoltare e riascoltare, lasciandosi trasportare e conquistare da ogni suo brano. La festa trova qui la sua dimensione ideale ed è una festa aperta proprio a tutti! E, allora, come si dice nella canzone Fricula, guai a tirarsi indietro o stare in disparte: “Balla questa è la migliore cura/muoviti e scaldati che passa la paura”.

Per conoscere meglio Eusebio Martinelli ed ascoltare il singolo Rose al pratello è possibile ascoltare la puntata di “The Independence Play”, la trasmissione sulla nostra radio su Spreaker (clicca qui per ascoltare il podcast).

Franka Zappa -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Danze”.