La transizione verso le energie rinnovabili è un passo necessario per salvare il pianeta. Secondo uno studio sulle implicazioni della decarbonizzazione del settore energetico, presentato a Berlino e portato avanti dalle due agenzie dell’energia, la IEA (International Energy Agency) e l’IRENA (International Renewable Energy Agency), questo cambiamento potrebbe portare a una riduzione del 70 per cento delle emissioni di CO2 legate al settore energetico entro il 2050, ovvero in 35 anni.

“Perspective for the energy transition” cerca di essere una guida verso gli investimenti necessari al fine di raggiungere gli obiettivi climatici di Parigi ed evitare continui investimenti in tecnologie energetiche dannose per l’ambiente, considerando un dato davvero importante: ovvero i 2/3 delle emissioni globali di anidride carbonica deriva proprio dal settore energetico.

La capitale tedesca è stata anche protagonista di un altro evento tenutosi lo scorso marzo, “Berlin Energy Transition Dialogue”, durante il quale è stato sottolineato che gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di mantenimento delle temperature ben al di sotto dei 2°C saranno raggiunti puntando sullo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica nei Paesi del G20. “Negli ultimi 100 anni le emissioni di CO2 hanno continuato ad aumentare. Per la prima volta negli ultimi tre anni le emissioni si sono stabilizzate anche a fronte di una crescita economica – dichiara Fatih Birol, direttore esecutivo dell’IEA -. Ciò significa che possiamo avere crescita economica e riuscire allo stesso tempo a stabilizzare le emissioni”.

Investire sulle fonti rinnovabili non solo è un modo per salvaguardare il nostro pianeta, ma anche per aumentare i posti di lavoro. Da quanto emerge dal rapporto, infatti, entro il 2050 il settore energetico potrà creare sei milioni di nuovi posti di lavoro e il calo dell’occupazione nel settore dei combustibili fossili sarà minore del numero di nuovi green jobs creati dalle rinnovabili. “Il momento per la transizione energetica non è mai stato così forte – ha detto Adnan Z. Amin, direttore generale di IRENA -. Oggi in tutto il mondo, i nuovi impianti ad energia rinnovabile in costruzione generano energia elettrica ad un costo minore rispetto alle centrali alimentate con combustibili fossili. Siamo sulla buona strada per trasformare il sistema energetico globale, ma il successo dipenderà dalle misure urgenti adottate”.

Per raggiungere una transizione completa, infine, sarà necessario da qui fino al 2050 investire circa 29 mila miliardi di dollari. Inoltre, entro quella data, il 95 per cento dell’elettricità dovrà essere a “basso tenore di carbonio”; il 70 per cento delle nuove automobili dovrà essere elettrico; bisognerà riqualificare l’intero patrimonio immobiliare e tagliare l’80 per cento delle emissioni industriali.

Secondo il New Energy Outlook 2016, redatto da Bloomberg New Energy Finance, anche se continueranno ad essere utilizzati carbone e gas più economici, non influenzeranno la migrazione e la decarbonizzazione dei sistemi energetici. Nel dossier si legge che nel 2040 le fonti a zero emissioni copriranno il 60 per cento della capacità installata, tra queste il vento e il sole saranno i principali elementi; mentre per quanto riguarda il capitale investito, riceveranno oltre 60 per cento degli 11mila miliardi di dollari messi a disposizione. 

Veronica Nicotra -ilmegafono.org