Qualche giorno fa, sul “National Geographic” si parlava delle cattive condizioni in cui versano le fondamenta della Rotonda di Gerusalemme, parte cupolata della basilica del Santo Sepolcro sotto la quale si trova la supposta tomba di Gesù. Il problema è stato evidenziato dai tecnici che si sono occupati del restauro dell’edicola (tempietto) che si erge al di sopra della tomba di Cristo all’interno della basilica.

Leggendo questo articolo mi son venuti in mente Leon Battista Alberti e Firenze. Perché? Perché non è necessario andare a Gerusalemme per vedere il Santo Sepolcro: basta entrare in una chiesa di Firenze! Leon Battista Alberti è stato infatti, come molti sanno, un importantissimo umanista e architetto del Rinascimento italiano. Costui, nella seconda metà del XV secolo, realizzò nella chiesa di San Pancrazio un tempietto che ripropone le forme e le proporzioni di quello del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Giovanni Rucellai, che commissionò quest’opera, e che vi fu seppellito dentro, aveva inviato a sue spese un team di tecnici in spedizione fino in Terra Santa per fare un rilievo dell’architettura originale e poterne realizzare una copia fedele, quantomeno dal punto di vista delle proporzioni. Come potete vedere, infatti, la decorazione di questa tomba è completamente diversa dall’originale, anzi se ne distacca fortemente.

Quest’opera è prettamente fiorentina dal punto di vista del decoro, un omaggio alla ricchezza e alla potenza di Firenze e delle sue famiglie. Le sue tarsie recano simboli e stemmi dei Rucellai e dei Medici e la seguente iscrizione: “YHESVM QVERITIS NAZARENVM CRVCIFIXVM SURREXIT NON EST HIC ECCE LOCVS VBI POSVERVNT EVM” (Cercate Gesù il Nazareno crocifisso? È risorto, non è qui! Ecco il luogo dove lo avevano deposto).

Questo tempietto si è miracolosamente salvato da secoli di follia. Il complesso di San Pancrazio e la cappella in cui sorge questa particolare sepoltura furono infatti sconvolti dalla confisca dell’intero edificio da parte delle truppe dei rivoluzionari francesi in età napoleonica, che trasformarono la chiesa in sala di estrazione dell’Imperiale Lotteria di Francia, e poi, in età risorgimentale, quando divenne manifattura di tabacchi e in seguito caserma.

Oggi il tempietto è accessibile visitando il museo Marino Marini che dagli anni Ottanta del secolo scorso ha sostituito la caserma.

Angelo De Grande -ilmegafono.org