Se la maggior parte della popolazione intende vivere in città con il rischio di renderla sempre più inquinata, la soluzione per cercare di salvaguardarla è una sola: rendere i centri i urbani più smart. Non è un caso che i progetti eco-sostenibili si stiano sviluppando a macchia d’olio, soprattutto in Europa, dove da Genova a Rotterdam le municipalità si alleano scambiandosi informazioni ed esperienze, facendo rete in modo da rendere la “transizione” più facile e immediata. Fare rete è importante, perché consente anche di condividere metodi di gestione della cosa pubblica più sostenibili. 

In Italia, un esempio è quello dei “Comuni Virtuosi” e anche in tutto il continente nascono continuamente progetti con lo scopo di rendere più vivibili, green e inclusive le nostre città. Come i Sustainable Urban Mobility Plans (SUMP), giunti alla quinta edizione, che quest’anno premieranno le regioni o le autorità locali che troveranno le migliori soluzioni per il trasporto merci urbano, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze di mobilità dei cittadini e allo stesso tempo migliorare la qualità della vita.

Il tema delle smart city è inevitabilmente connesso a quello dell’inquinamento atmosferico, visto che dalla congestione stradale proviene più del 70 per cento delle emissioni di CO2 legate alla produzione di energia. Si tratta di quell’energia che in Europa, per il 50 per cento, viene esclusivamente usata per alimentare i sistemi di riscaldamento e di raffreddamento dei centri urbani. Proprio da qui, infatti, nascono i progetti dedicati ai cosiddetti “smart heating and cooling”. Tra questi spicca il Celsius, iniziativa cofinanziata dall’Unione europea, che collabora con i comuni che vi aderiscono, finalizzata all’intera pianificazione, implementazione e ottimizzazione di nuove infrastrutture intelligenti per il riscaldamento e il raffreddamento.

Si parla di progetti che, sfruttando i rifiuti per alimentare i sistemi di raffreddamento e di teleriscaldamento, svolgono un ruolo importante al fine di raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica. Inoltre, gli esperti assicurano che ridurranno i problemi legati alla dipendenza dai combustibili fossili, alla qualità dell’aria e alle emissioni di gas serra.

Le città coinvolte sono Rotterdam, Colonia, Londra, Gothenburg e Genova, tutte città all’avanguardia e che mirano a diventare più smart grazie all’aiuto di importanti organizzazioni, imprese e centri di ricerca nel loro territorio. Se guardiamo al nostro Paese, Genova è una delle prime città a far parte della Smart City Initiative della Commissione europea. “La città ritiene che l’approccio olistico Smart City abbia bisogno di un forte coinvolgimento di tutte le parti interessate – spiega il consorzio Celsius -, così come di strumenti concreti per la sua attuazione”.

Negli ultimi anni, infatti, diversi cambiamenti sono stati attuati per far sì che la citta diventasse sempre più eco-friendly, partendo dal suo Piano di miglioramento dell’efficienza energetica, con il quale il Comune di Genova ha preparato il percorso per la pianificazione strategica di uno sviluppo sostenibile della città, giungendo al settore dei trasporti, con una nuova strategia di promozione del trasporto pubblico locale, e alla generazione distribuita di energia. Inoltre, la strategia di sviluppo sostenibile ha raggiunto il suo apice lo scorso anno con la preparazione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) all’interno del Patto dei sindaci.

Il PAES consiste in una vasta serie di azioni che spaziano dall’edilizia, ovvero la costruzione o la ristrutturazione di edifici sempre più efficienti, alla promozione delle fonti di energia rinnovabile, cioè l’installazione di impianti fotovoltaici e impianti solari termici nelle scuole e nei centri sportivi.

A Genova è tutto ben organizzato, secondo un calendario che illustra l’identificazione delle responsabilità e le strategie finanziarie, messo a punto dal PAES, che si occuperà delle politiche energetiche dei prossimi dieci anni e sarà connesso con gli altri strumenti di pianificazione sviluppati dal Comune e dalle altre autorità locali, ovvero il Piano Urbanistico, il Piano Urbano della Mobilità e il Piano Energetico Ambientale Portuale finanziato dal programma europeo di cooperazione territoriale MED.

Infine, se una città vuole davvero essere smart deve coinvolgere anche la propria cittadinanza. Il consorzio Celsius, infatti, oltre ad avere al suo interno una squadra di esperti, organizza periodicamente workshop e visite di studio, sia nelle sue cinque aderenti che anche in molte altre città europee. La speranza è che possa essere un incentivo per molti sindaci ad aderire all’iniziativa.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org