A Salerno pregare sarà un toccasana per la mente e per l’ambiente: merito della chiesa green che sorgerà nella città campana grazie a un cospicuo finanziamento della CEI. La nuova chiesa di San Giovanni e San Felice in Celline dovrà ospitare i cittadini dei quartieri Torrione e Sala Abbagnano,  un progetto di Overtel e Centola&Associati che coniuga i materiali tradizionali e le migliori tecnologie ecosostenibili. L’edificio, infatti, sarà rivestito di vernice fotovoltaica in grado di assorbire lo smog, sarà dotato di celle fotovoltaiche, per l’appunto, capaci di produrre energia ad impatto zero nella sezione dedicata all’oratorio, oltre a essere un progetto studiato per rispettare le nuove leggi contro il consumo del suolo.

La Chiesa sarà costruita nel pieno rispetto della vegetazione locale e della macchia mediterranea, da tempo a rischio a causa delle speculazioni edilizie. La CEI crede fortemente nel progetto, finanziato con 4,5 milioni di euro, complice, forse, l’atteggiamento molto propositivo di Papa Francesco in merito al rispetto dell’ambiente e dell’ecosostenibilità, espresso a chiare lettere nell’enciclica “Laudato sì”.

L’intento del team di architetti impegnati nel progetto è quello di dare vita a un edificio che rivisiti la tradizione edile mediterranea, servendosi di materiali locali come lava, lapilli e pomice che andranno a costituire gli inerti. Il tetto sarà in legno, mentre le finestre incassate saranno quasi invisibili all’esterno. Il suolo concesso al progetto misura circa 11mila ettari, di cui soltanto mille saranno impiegati nella costruzione dell’edificio, il resto ospiterà una sorta di oasi botanica aperta tutto il giorno, in cui saranno piantati ulivi, cipressi e palme che serviranno a bonificare un’area attualmente asfaltata, occupata da un parcheggio.

L’intera chiesa, grazie ai materiali utilizzati, sarà capace di assorbire smog per una quantità pari all’inquinamento prodotto da 200 auto in un anno, senza dimenticare l’effetto schermo termico delle vernici esterne, in grado di isolare l’interno dal caldo e dal freddo a seconda delle stagioni. Il modello della chiesa salernitana è un esempio virtuoso dal respiro internazionale e interculturale, tanto da essere apprezzato anche da corrispettivi del Marocco che ha approntato la costruzione di circa seicento moschee ad impatto zero.

Del resto, il Marocco è già da qualche anno in prima linea nella costruzione e ideazione di edifici ad impatto zero, oltre che nel rinnovamento di moschee ed altri edifici storici, sfruttando le enormi potenzialità rinnovabili del suo territorio. Progetti simili sono previsti entro il 2019 in Medio Oriente, Giordania e Arabia Saudita. Sembra chiaro che il rispetto della Terra e dell’Ambiente non conosca credo religioso, ma solo voglia di cooperare e tendersi la mano, basta un obiettivo comune.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org