Questa settimana parliamo dei Nova Sui Prati Notturni e del loro sesto album prodotto per l’etichetta Dischi Obliqui. Il disco, intitolato “Non expedit”, ha una sua specifica struttura che risulta distante dal rock ammiccante e commerciale e crea, attraverso le sue distorsioni e le sue sonorità taglienti e mai banali, una vera e propria dimensione sonora. Matura e ricercata l’offerta musicale dei Nova, frutto di una consolidata carriera artistica.

Il primo brano (Plastic sun rising), completamente strumentale, non ha paura di restare senza parole, anzi utilizza la musica come mezzo per intraprendere un viaggio che poi si evolverà nelle tracce successive. Già qui le chitarre e i bassi si ribellano alla banalità e alla perfezione di un “plastic sun”. Nella seconda traccia (A casa), una voce calda e sarcastica assegna a tutte le tecniche, a tutti gli espedienti, le certezze e le istruzioni… il posto giusto: ossia restare dove sono. A noi, invece, resta una musica che aiuta a trovare la strada di casa, che è chiara e ordinata come un sentiero amico.

Duane Barry è una canzone ipnotica e bella, che, dopo un giro rassicurante di musica–carillon, si accende in un avvincente stridere di bassi e chitarre, scosse magistralmente fino all’ultima nota. Nel brano Tiresia, una voce di donna leggera, evanescente ed eterea ci prende per mano guidandoci nella sua follia. La voce e la musica si distorcono e si placano in un’ossessione: “Devo stare attenta. Devo stare al tempo” . In queste distorsioni ci si perde piacevolmente, imparando a riconoscere le ombre e i sinistri suoni della follia, quasi ingoiati da un labirinto più grande della nostra mente.

Nel brano Fabio Ferrando, i NSPN sono suadenti ed armoniosi, complice una musica fluida e ricca ed un inglese che conferisce più carica e carattere. Questo tipo di musica predomina in questa e un po’ in tutte le tracce e, come lava calda, invade gli spazi, prende forma, pietrifica le paure e i dubbi. Una traccia molto complessa.

In L’ombra di un’idea (ascolta qui), riuscitissima la sovrapposizione delle due voci, riuscita anche la musica, che cresce come la rabbia di non trovare una propria dimensione: “Procurami un’ascia per rompere il ghiaccio”, questa frase si trasforma in una malata litania, unica preghiera possibile, dissacrante.

Insomma, i Nova Sui Prati Notturni sono complessi e ricercati. Sicuramente, senza l’ansia di piacere a tutti i costi, sono riusciti a crearsi il loro mondo, senza ritornelli ammiccanti e ritmi acchiappaggente. Amano perdersi nella musica, tormentarsi e trovare una base per far ballare anche gli incubi peggiori. Riuscito e particolarissimo il loro lavoro. Si consiglia di non fermarsi ad un primo ascolto, ma provare ad ascoltarli più volte fino a farli diventare una piacevole dimensione.

FrankaZappa -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Non expedit”.