Il sisma di poche settimane fa ha devastato l’architettura storica del centro Italia, ma non dobbiamo dimenticare che spesso questi gioielli architettonici erano scrigni contenenti molte altre opere d’arte. A Norcia e nei dintorni, ad esempio, è iniziato il recupero dei frammenti e delle opere ancora intatte che si trovano in ambienti parzialmente o del tutto degradati dal terremoto.

Ben 56 sono state, infatti, le opere recuperate lo scorso fine settimana dal MiBACT insieme ai Vigili del fuoco e con la collaborazione del personale della Protezione Civile e dei carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale.

Per dare un’idea dell’antichità, del valore e della densità dei beni conservati in questa zona (ricchezza comune alla maggior parte delle regioni del nostro Belpaese), citiamo alcuni dei beni recuperati in questi giorni (fonte MIBACT):

  • due statue in ceramica policroma di Andrea e Luca della Robbia rappresentanti la Madonna Assunta e un angelo in preghiera (XV secolo);
  • due statue in terracotta policroma di Jacopo della Quercia, rappresentanti la Madonna Assunta e San Benedetto (XV secolo). Queste statue e le due precedenti erano conservate al museo della Castellina, castelletto fortificato risalente al XVI secolo, costruito su disegno di Vignola, che ha subito anch’esso danni ingenti;
  • un crocifisso ligneo di Benedetto da Maiano, precedentemente conservato nella chiesa della Madonna Bianca ad Anacarno nei pressi di Norcia (XV secolo).

Anche nelle Marche l’unità di crisi del Mibact, insieme agli altri corpi precedentemente citati, ha recuperato numerose opere conservate nella Pieve di Santa Maria Assunta ad Ussita, in provincia di Macerata, e nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Folignano, in provincia di Ascoli Piceno.

Oltre agli arredi liturgici sono stati messi in salvo diversi dipinti e ceramiche databili tra il XIV e il XIX secolo e un Cristo scolpito in pietra del XI secolo. Anche ad Amatrice si continua a mettere in salvo le opere d’arte. Dal terremoto ad oggi ne sono state salvate oltre 1.200, stoccate nel deposito di Cittaducale in provincia di Rieti. Si tratta di un ex capannone per gli automezzi del Corpo Forestale dello Stato.

Ci desta un certo stupore vedere che lo Stato abbia maggior attenzione per le chiese piuttosto che per le strutture pubbliche e che gli ordini religiosi non siano sul campo, in prima  linea, a dare aiuto e conforto ai terremotati. È sicuramente vero che la storia della Chiesa e quella dell’Italia e della sua arte sono strettamente legate, ma ci piacerebbe vedere dal buon papa Francesco qualche gesto concreto oltre alle tante belle parole: “Vicinanza e preghiera, questa è la mia offerta a voi”.

Angelo De Grande -ilmegafono.org